Alcoa, Bentivogli (Cisl): “Sì dai lavoratori a 5% azionariato”. Ma la Cgil frena

L’ipotesi di una partecipazione societaria del 5% riservata ai dipendenti della nuova società ex Alcoa di Portovesme acquisita da Sider Alloys “è stata approvata all’unanimità dall’assemblea odierna dei lavoratori che hanno dato mandato al sindacato di esplorare le tecnicalità”. Così Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, a margine del tavolo Ilva commentando: “Come al solito i lavoratori sono sempre più saggi del sindacato ideologico”.  “Ottima notizia. Ruolo del sindacato preservato e lavoratori contenti di poter partecipare”. Così il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, su Twitter, commenta la notizia data dal leader della Fim Cisl. “Non si può che accogliere positivamente il voto favorevole degli operai: ora occorre capire i meccanismi e modellarli alle esigenze dei lavoratori stessi”, ha detto all’Ansa il segretario della Fsm Cisl, Rino Barca. “Ora – ha aggiunto – verificheremo le modalità applicative questa ipotesi”.

Ma la Cgil frena e vuole vederci chiaro prima di dire sì alla proposta del ministro Calenda. Lo ha fatto questa mattina in assemblea, convocata a Carbonia per valutare gli sviluppi dell’ultimo incontro al Mise. “I lavoratori hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di approfondire la proposta – spiega all’ANSA Roberto Forresu, segretario Fiom-Cgil del Sulcis-Iglesiente, replicando alle dichiarazioni di Bentivogli – Chi era presente all’assemblea ha messo in evidenza i temi dell’unità e della rappresentanza, mentre ancora una volta qualcuno si dimostra davvero ideologizzato, con affermazioni al momento non veritiere”. Forresu sottolinea che la priorità non è l’azionariato: “È fondamentale prima di tutto capire come si vuole riavviare la ripresa produttiva dello stabilimento attraverso il piano industriale”.

Sul voto favorevole dei lavoratori Alcoa “siamo ormai alla politica innovativa, un tempo c’erano le leggi ‘ad personam’, adesso il ministro Carlo Calenda ha inaugurato i provvedimenti ‘ad aziendam'”. A dirlo è Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom Cgil, spiegando che in questo modo “ci sono lavoratori a cui finiscono gli ammortizzatori sociali e altri che hanno la cassa integrazione a babbo morto fino al 2023 come l’Ilva, che è una cosa positiva ma questi elementi andrebbero estesi a tutti i lavoratori che si trovano in questa condizione”. Rappa ha poi sottolineato che in Italia “ci sono centinaia di lotte esemplari dei lavoratori e non per tutti il ministro si è mosso in questo modo” e si è augurato che al prossimo incontro su Alcoa del 3 maggio “prima ancora di parlare dell’azionariato popolare, venga il piano industriale”.

 

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