Lo scuolabus è passato, come ogni mattina, ma loro non sono saliti a bordo. Sono i 40 bambini di Segariu che da quest’anno, causa soppressione delle pluriclassi, sono costretti a frequentare le elementari a Furtei, paese a tre chilometri di distanza. “Ridateci la nostra scuola”, hanno scritto nello striscione che i genitori hanno voluto attaccare per protesta sul lato del pullman. Il motivo è semplice: “L’edificio che ospita la scuola di Segariu è bello, quello di Furtei ha aule che secondo noi non rispettano determinati requisiti – spiega uno dei promotori della manifestazione, Roberto Palmas – mio figlio entrerà in prima elementare il prossimo anno, mi rifiuto di iscriverlo in una scuola che non mi dà nessuna garanzia”. Nei giorni scorsi Palmas e gli altri genitori hanno inviato una lettera al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino. “A causa del ridimensionamento scolastico – scrivono – dallo scorso anno sono state chiuse le scuole elementari del nostro paese, la comunicazione è arrivata però dopo che i nostri bambini avevano già regolarmente effettuato l’iscrizione nella sede di Segariu, sino a quel momento presente sulla modulistica. Quando si è deciso di accorpare gli istituti non è stata presa in considerazione la situazione delle strutture, ammassando i bambini in aule non sempre adatte al numero degli alunni e in locali a nostro parere non idonei al corretto svolgimento delle normali attività scolastiche”. I genitori specificano che, “la nostra lamentela non è dovuta alla chiusura delle scuole del nostro paese ma al desiderio che i nostri figli possano frequentare in un istituto idoneo e adatto alle loro esigenze. Pertanto vi invitiamo ad eseguire un sopralluogo negli edifici delle elementari di Segariu e Furtei e valutarli con attenzione, al fine di garantire ai nostri figli di poter frequentare dignitosamente la scuola dell’obbligo”.
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