Oggi il funerale di Piano. Tutta l’Isola accanto ai familiari per l’ultimo saluto

È arrivata alle 9.30 dall’aeroporto di Ciampino l’aereo militare con la salma di Fausto Piano. La salma è stata accompagnata durante il viaggio da Ciampino a Cagliari dalla moglie Isabella, dalla figlia Maura e dai figli Giovanni e Stefano. Ad attenderla una trentina di parenti e amici, il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, i sindaci di Capoterra ed Elmas, Francesco Dessì e Valter Piscedda. Esponenti delle forze dell’ordine hanno accolto i familiari sotto la scaletta appena scesi dal velivolo. I familiari del tecnico tenendosi per mano hanno raggiunto i parenti e gli amici che li aspettavano, tra abbracci e lacrime.

A partire dalle 10 sarà allestita, nella sede del Municipio di Capoterra, la camera ardente. Il funerale si svolgerà alle 15 nella sede del palazzetto dello Sport di Capoterra. Vi assisteranno, assieme ai familiari del tecnico assassinato in Libia, il presidente della Regione, il sindaco del paese, Francesco Dessì, e i sindaci della zona, oltre che centinaia di compaesani e di amici giunti da ogni parte dell’Isola.

L’iniziativa di allestire il palazzetto dello sport in modo tale da renderlo idoneo a ospitare la cerimonia funebre (sono stati realizzati 1500 posti a sedere) è stata assunta, ha spiegato il sindaco Dessì, prevedendo la partecipazione di un gran numero di persone. La tragedia del tecnico sardo della ditta “Bonatti” ha commosso e indignato e sono in tanti a volersi unire ai familiari nel momento dell’estremo saluto.

Una tragedia resa, se possibile, ancora più atroce dall’estenuante trattativa per il rientro in Italia dei corpi. Le salme di Piano e del suo collega siciliano Salvatore Failla sono state tenute per due giorni in ostaggio dalle autorità libiche. I figli di Piano, Stefano e Giovanni, hanno atteso a Roma per due giorni. Il rientro in Italia dei corpi, atteso per lunedì, alla fine è avvenuto alle 0,40 della notte tra mercoledì e giovedì. Non si è riusciti a evitare che a Tripoli fosse effettuata, con tecniche giudicate molto discutibili, l’autopsia. In realtà “una macelleria”, secondo la definizione del legale della famiglia Failla Francesco Caroleo Grimaldi.

L’esame necroscopico è stato poi ripetuto ieri al Policlinico Gemelli di Roma. E si sono constatati i danni causati dai sanitari libici. In particolare, il prelievo di parte di tessuti corporei ha reso impossibile l’identificazione dell’arma usata, la distanza e le traiettorie. I sanitari italiani hanno accertato che i due tecnici non sono stati colpiti alla testa, e questo ha escluso l’ipotesi di un’ esecuzione: sono stati uccisi da diversi colpi di arma da fuoco che hanno raggiunto la parte superiore del corpo.

La camera ardente nella sede del Municipio di Capoterra resterà aperta fino alle 14. A quell’ora partirà il corteo funebre diretto verso il palazzetto dello sport di via Siena. Per garantire che tutto si svolga con ordine, saranno presenti in forze i vigili urbani e i volontari della Protezione civile.

(foto di Roberto Pili)

 

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