Omaggio al Surrealismo, a Cagliari una mostra alla galleria S’Umbra

«Il Surrealismo non è stato una nuova scuola letteraria, una nuova corrente artistica, o un nuovo movimento politico. Il Surrealismo è un’altra filosofia della vita». Parole di Arturo Schwarz, storico dell’arte, saggista, poeta e conferenziere, autore di importanti opere sul surrealismo e il dadaismo.

«Sono uno degli ultimi Mohicani — scrive su Reset.it — nel senso che credo di essere tra i pochi sopravvissuti tra quelli che hanno lavorato con André Breton, conosciuto la maggior parte dei pittori che presento in questa mostra, partecipato all’esaltante avventura surrealista e vissuto una stagione profondamente coinvolgente ed emozionante».

A novant’anni dalla prima edizione del manifesto del surrealismo di André Breton, la scuola di fotografia dell’Associazione culturale S’Umbra ha dedicato un corso all’approfondimento teorico al pensiero, agli esercizi di stile, alle tecniche e al vissuto surrealista. Con particolare riferimento ai fotografi che di questo movimento furono protagonisti: da Man Ray a Rodney Smith.

Il corso, tenuto da Luisa Siddi, Luca De Melis, Erik Chevalier e Laura Farneti è stato un evento didattico importante per studiare un movimento nato nel 1924 e sopravvissuto anche alla guerra e a tante rivoluzioni artistiche, a riprova dell’attualità dei suoi principi fondanti.

Un omaggio ai pensatori surrealisti è l’occasione — come sottolineato nella premessa di presentazione — per “rovistare nell’inconscio, dove i sogni di ognuno si sono mescolati con quelli degli altri, così anche la luce e le ombre hanno iniziato a giocare scardinando i piani, rovesciando gli orizzonti, alla ricerca inesauribile di immaginifiche realtà”.

Una volta acquisite le basi teoriche sulla storia della fotografia e il linguaggio fotografico, e dopo essersi dedicati alla pratica di ripresa e allo sviluppo e stampa in camera oscura, gli allievi hanno sperimentato il collage, la scrittura automatica, i racconti di sogni, i rayogrammi, les promenades surrealistes, e il perdersi nella città.

Il risultato di questo lavoro è la mostra “Anche dopo l’ultimo getto” visitabile in via San Giusppe 17 a Cagliari sino al 6 luglio. Curata da Emanuela Falqui è la sintesi del percorso didattico di Damiano Usala ,Bruna Melis, Stefania Arca, Roberta Serra, Riccardo Pani, Mario Campus,Giovanni Spissu, Laura Cancedda, Federico Zoccheddu e Riccardo Angei.

Ciascuno ha cercato una personale ed attuale lettura dei principi del movimento. Questo implica la conoscenza e l’esplorazione del proprio inconscio, dei propri sogni, di quella parte sommersa di noi che esula dal razionale per farsi visione del proprio immaginario più profondo, una “discesa vertiginosa in noi stessi” come ben sottolinea la curatrice della mostra.

Non c’è dubbio che l’esplorazione dell’universo fotografico implichi una solida preparazione culturale di base che è premessa essenziale per ogni progetto artistico. Questo sforzo è trasparente ed evidente nei lavori in mostra. Come è evidente che qualcuno è andato oltre la semplice conoscenza tecnica e culturale interpretando, con promettente e visionaria efficacia, i principi cari a Breton: “Tutto porta a credere che esiste un certo punto dello spirito dove la vita e la morte, il reale e l’immaginario, il passato e il futuro, il comunicabile e l’incomunicabile, l’alto e il basso cessano di essere percepiti in modo contradditorio. Ora, sarebbe vano attribuire all’attività surrealista un movente diverso dalla speranza di determinare quel punto”

Enrico Pinna

 

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