Gli oggetti di famiglia trasformati in arte da Maria Jole Serreli

È in mostra fino al 11 ottobre all’Exma EXhibiting and Moving Arts di Cagliari, una nuova produzione originale e site specific dedicata all’opera dell’artista sarda, Maria Jole Serreli, pittrice, scultrice, fiber artist e performer, capace di declinare i differenti linguaggi dell’arte contemporanea secondo una cifra personale e sempre riconoscibile.

Il progetto espositivo, intitolato ‘A casa mia avevo tre sedie‘, è stato curato dalla storica dell’arte, Simona Campus e ricostruisce minuziosamente le stanze della casa-atelier di Marrubiu, nella provincia di Oristano, che l’artista ha trasformato in luogo di sperimentazione e dialogo artistico. Tutti gli arredi e gli oggetti, appartenenti alla famiglia da generazioni e profondamente connotati dal passaggio di esistenze femminili, sono stati conservati, salvati e utilizzati per la realizzazione di lavori originali, che tracciano un ponte tra passato e presente. Ne deriva una narrazione affascinante, intensa la cui protagonista è la casa, luogo sfaccettato di un incoerente microcosmo, in cui albergano affetti e solitudini, vociare di amicizie ma anche silenziose inquietudini, rimpianti, sconfitte. Da qui il riferimento del titolo della mostra, che cita un passo del filosofo e scrittore Henry David Thoreau: «a casa mia avevo tre sedie: una per la solitudine, due per l’amicizia, tre per la società».

In un succedersi di ambienti-installazioni gli oggetti in mostra evocano la poesia delle piccole cose, il tentativo di recuperare un rapporto armonico con la natura ed i suoi elementi. La terra, il legno e la pietra della nostra isola, sono intervallati da un corpus di lavori recenti, mai esposti prima d’ora, realizzati dall’artista nell’ambito di uno scambio culturale con la Cina, a raccontare in maniera ancor più significativa il nostro tempo. Simona Campus, che insieme all’artista ha seguito il percorso progettuale della mostra ha rafforzato ulteriormente l’importanza simbolica della casa in questo progetto, intesa “non più o non soltanto luogo di confino – come è stato nei mesi trascorsi – ma come campo di forze in cui si costruisce la nostra identità più vera.”

Il progetto dell’esibizione nasce infatti da una pregressa iniziativa della Serreli che, in pieno lockdown, già dall’inizio di marzo, ha scelto l’arte come risposta all’incertezza con un progetto ambizioso il cui successo è stato sancito dall’ampia partecipazione e dalla risposta, quasi terapeutica, che le persone coinvolte hanno testimoniato.

“Non chiedo miracoli o visioni, ma la forza di affrontare il quotidiano. Preservami dal timore di poter perdere qualcosa della vita. Non darmi ciò che desidero ma ciò di cui ho bisogno. Insegnami l’arte dei piccoli passi…” – Il Piccolo Principe

Questi passi, nel contesto della pandemia mondiale, hanno ispirato la risposta dell’artista all’iniziativa sanitaria, sociale e culturale #iorestoacasa.
Il progetto portato avanti dalla Serreli ha previsto la realizzazione e la donazione individuale di più di 400 piccole case in argilla refrattaria bianca, posizionate su tanti ermi, metafora di un mondo abitato vissuto nell’inedita relazione di una dimensione di protezione vincolata ad una condizione di isolamento.
Ogni casetta rappresenta il proprio IO, il proprio universo e la propria parte interiore che, allora fermi nel silenzio di eventi inaspettati, abbiamo potuto riscoprire e sentire.
E’ guardando a questi singoli universi, alla loro unione e alla loro distanza, che se ne percepisce la forza e quel senso di appartenenza che ci unisce come famiglia e come società.
Grazie a queste piccole case e alla loro donazione l’artista è entrata in contatto con un pubblico molto ampio, ricevendo più di 3000 messaggi di persone che hanno condiviso con lei affetti, sogni, speranze e paure.

Attraverso quest’operazione, da cui nasce la mostra all’Exma, la Serreli ha allargato la propria arte agli orizzonti del digitale, nobilitando l’utilizzo dei canali social quali strumenti straordinari di condivisione.
“La forza dell’arte sta nella capacità della condivisione, non nelle capacità di esecuzione” diceva Sciola, maestro d’arte a cui è profondamente legata.
Queste le premesse con cui il progetto approderà nella primavera del 2021 in Cina, a Rongchang, con un’esposizione permanente presso la sede del Museo di Antao o presso il Centro di Esposizione di Ceramica dimostrando ancora una volta, che non esiste limite, virtuale o geografico, al nobile linguaggio dell’arte.

Gaia Dallera Ferrario
https://www.gaiafe.com

 

Biografia essenziale dell’artista

Nata a Roma nel 1975 Maria Jole Serreli vive e lavora a Marrubiu. La sua prima mostra personale risale al 1999. Nel 2010 vince la borsa di studio “Workshow, laboratori creativi in rete”, residenza artistica a San Sperate, presso la Scuola internazionale di scultura: qui conosce Pinuccio Sciola, alla cui memoria, e al cui magistero rimane profondamente legata. Ha preso parte a numerose esposizioni in autorevoli sedi in Italia e all’estero, tra le quali l’Università di Pisa, il Macro Testaccio di Roma, l’Art Moore House di Londra. All’Exma di Cagliari è già stata presente con una sua opera nell’ambito della mostra collettiva “Pani e Madri, la forza generatrice dell’arte”, del 2015. In quello stesso anno è ospite della Residenza artistica Cosenza 2015 e fonda a Marrubiu “The Art House Space”, il progetto di casa-atelier cui è dedicata questa mostra. Tra le mostre recenti, la personale intitolata “Animas. Curve nella memoria”, a cura di Chiara Manca, presso il Mancaspazio a Nuoro. Dal 2019, con MA-EC Art Gallery Milano, è impegnata in uno scambio culturale con la Cina, che ha purtroppo dovuto subire dei rallentamenti a causa del diffondersi della pandemia: ha partecipato all’International Ceramics Forum, a Chongqing, nello storico distretto della ceramica di Rong Chang, nell’ambito del progetto governativo “One Belt One Road”. Alcuni dei lavori elaborati in relazione a questa iniziativa vengono esposti per la prima volta qui all’Exma. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero.

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