Vaccini, assistenti sanitari a domicilio: ‘Noi esclusi dalle dosi, fatto gravissimo’

Da un gruppo di oss, assistenti domiciliari ed educatori che lavorano nelle abitaziopni private, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera sulle mancate vaccinazioni. La Sardegna, come noto, sta cercando, non senza pasticci, di entrare nella fase due, dopo la somministrazione delle dosi al personale sanitario degli ospedali e nelle Rsa. Ma c’è questa ‘fetta’ di addetti all’assistenza dei malati che è rimasta esclusa, a ben vedere.

Cara Redazione di Sardinia Post, con la presente segnaliamo la situazione degli operatori socio sanitari, assistenti domiciliari e educatori che cooperano in Sardegna e che stanno vivendo una vera e propria discriminazione riguardo al Piano vaccini Covid-19. Dall’inizio della pandemia, io e tutti i miei colleghi che lavoriamo nella città di Sassari per conto delle cooperative sociali, ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni sarde. Premettendo che essendo oss facciamo parte della categoria dei sanitari, anche se svolgiamo il nostro mestiere a domicilio anziché in strutture come Rsa o ospedali . Le cooperative per le quali lavoriamo sono accreditate dal Comune di Sassari per lo svolgimento dell’assistenza domiciliare ed educativa in favore di disabili anche gravi, anziani e persone non autosufficienti , con Piani finanziati dal Comune (Sad).

Siamo centinaia di operatori che assistono a domicilio migliaia di persone con l’accreditamento del Comune e nonostante gli oss fanno parte della categoria delle figure sanitarie, siamo lasciati indietro nel piano vaccinale Covid-19, perché non dipendiamo dalla Asl ma dalle cooperative, mentre il personale sanitario accreditato dall’Azienda sanitaria per l’attuazione dell’assistenza domiciliare integrata è già stato vaccinato con i Pfizer e i Moderna.

La nostra esclusione continuerà in futuro, visto che adesso verrà data priorità a insegnanti , militari e forze dell’ordine . Mi chiedo come mai, nonostante siamo figure che rientrano nella categoria di sanitari, non abbiamo alcun diritto al vaccino, sebbene assistiamo persone gravemente malate, immunodepressi, anziani e disabili non autosufficienti e giriamo centinaia di domicili diversi. Non siamo al sicuro né noi né i nostri assistiti.

Come mai veniamo esclusi? Siamo forse operatori di serie B che assistono persone di serie B? Preghiamo di dare voce e denunciare questa vergogna e che finalmente a noi operatori sociosanitari che lavoriamo nell’ombra dei domicili sia dato il giusto riconoscimento e la giusta importanza. Esortiamo le istituzioni tutte affinché anche noi possiamo essere messi in sicurezza il prima possibile data la delicatezza e la particolarità che il nostro mestiere richiede.

Un gruppo di lavoratori
(Seguono firme)

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