Tutte le inesattezze sull’Enas scritte da Andrea Prato

Dal docente dell’Università di Sassari ed ex presidente dell’Enas Sergio Vacca (nella foto), riceviamo e pubblichiamo. 

Egregio Direttore,
leggo sul suo giornale una nota dell’ex assessore regionale dell’Agricoltura, Prato, soi-disant “rottamato”. Noto, a distanza di oltre quarantotto ore, che l’organo istituzionale che governa attualmente ENAS non degna quello scritto e il suo estensore di alcun commento o considerazione.

Fama di lor il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa. Forse ha ragione il Commissario Straordinario, che attualmente guida l’Ente Acque della Sardegna, a non voler rispondere. Ma, da cittadino privo di vincoli di mandato, tuttavia “informato sui fatti”, sento il dovere civico di confutare quanto – eufemisticamente – di inesatto è contenuto in quello scritto.

L’unica cosa da considerare vera è che L’acqua dei sardi è in mano ad un grossista pubblico di nome ENAS.

Mi sovviene una domanda. A quale modello di governo delle risorse idriche il soi-disant “rottamato” si ispira per rifiutare in modo così plateale il risultato di una riforma, attesa da oltre 40 anni, che ha finalmente sottratto ai “signori dell’acqua” il mercimonio che per decenni ha fatto le fortune di gran parte della classe politica regionale. Che disponeva ad libitum della più importante tra le risorse dell’isola. Condannando i contadini a chiedere come favore il metro cubo d’acqua. Detentrice del potere di decidere, di volta in volta, se l’acqua dovesse andare a spegnere la sete dei campi o ad alimentare l’industria.

Nel merito.

(1) L’ex assessore, soi-disant “rottamato”, afferma che “in tutto il mondo i grossisti sono spariti perché si tratta di un costo non sopportabile nel rapporto domanda/offerta”. Non si comprende da quali fonti statistiche abbia tratto tali informazioni. Viceversa, a livello internazionale, numerosissimi esempi – certificati – mostrano realtà del tutto differenti da quelle millantate dall’ex assessore. Nello specifico caso dei Consorzi di Bonifica, la legge regionale di riforma del Comparto Acque n. 19/2006 ha procurato benefici al mondo consortile per 8 milioni di euro annui; riconducibili al trasferimento di 94 unità di personale dai Consorzi ad ENAS a seguito del trasferimento di 21 dighe; all’annullamento dei costi di manutenzione ed esercizio delle stesse ed al rimborso delle spese energetiche. Si è così determinato a favore dell’agricoltore sardo mediamente (e per il tramite dei Consorzi di Bonifica) un risparmio effettivo di 171 euro per ettaro irrigato. Credo, invece, che sarebbe molto utile che il soi-disant “rottamato”, nella sua veste di ex assessore dell’Agricoltura, spiegasse se – e come – tale beneficio sia andato effettivamente a vantaggio degli agricoltori per la riduzione degli oneri consortili per l’irrigazione. Un inciso: l’acqua irrigua viene ceduta da ENAS ai Consorzi di Bonifica a 5 millesimi di euro per metro cubo, che riferiti all’ettaro irrigato, con una dotazione di 6 mila metri cubi per ettaro, assommano a circa 30 euro per ettaro. Può, per cortesia, l’ex assessore dell’Agricoltura illustrare come mai molti dei Consorzi di Bonifica facciano pagare ai loro associati somme dell’ordine dei 250 euro per ettaro irrigato?

(2) L’ex assessore, nell’affermare che l’Ente Acque della Sardegna dispone di una dotazione organica di centinaia di persone, assunte “per mere ragioni clientelari”, ignora – o fa finta di ignorare – che ad ENAS, in forza della legge istitutiva n. 19/2006, è stato attribuito solamente il personale addetto alla sorveglianza e alla manutenzione delle 21 dighe trasferite dai Consorzi, le 94 persone di cui sopra, e ulteriori 24 dall’ex ESAF. All’interno della dotazione organica stabilita dalla Giunta Soru di complessive 315 unità. Appena sufficienti per gestire un complesso di opere rappresentato da: 32 dighe, 25 traverse, 47 impianti di pompaggio, 7 impianti idroelettrici, 850 Km di acquedotti e 209 Km di canali, oltre a due laboratori per il controllo della qualità delle acque e per le prove sui materiali da costruzione. E’ appena il caso di ricordare che la gestione delle dighe risponde alle rigide regole imposte dal Servizio Nazionale Dighe. Posso rassicurare l’ex assessore dell’Agricoltura che le dighe non sono abbandonate a se stesse!

(3) Le considerazioni sulla qualità del lavoro dei dipendenti dell’Ente, classificati, dal soi-disant “rottamato”, come cialtroni che “stanno prevalentemente al caldo negli uffici”, sono assolutamente ingenerose e non veritiere. Un esempio? Nei giorni dell’emergenza alluvione delle scorse settimane, il personale dell’Ente, e in particolare quello delle dighe, è stato posto in condizione di massima allerta, con turni rafforzati nei cantieri e nella sala operativa, in cui venivano predisposte le strategie operative ed emanati gli ordini conseguenti. Inoltre, essendo l’unico organismo in Sardegna attrezzato per farlo, sono state eseguite nelle stesse ore le misure di portata dei fiumi a monte e a valle delle dighe. Domando: è un modo di stare “prevalentemente al caldo negli uffici”? Tutto questo, senza che alcuno dicesse grazie al personale così impegnato. Perché è la normalità dei comportamenti del personale dell’Ente. Rimando poi, con sdegno, al mittente ex assessore le affermazioni sul clientelismo che – a suo dire – avrebbe caratterizzato le gestioni dell’Ente. Posso, in scienza e coscienza, affermare che nessuna assunzione è stata fatta con criteri clientelari. Il rafforzamento della pianta organica dell’Ente è avvenuto esclusivamente attraverso l’immissione di personale ex Consorzi di Bonifica ed ex ESAF, in applicazione di leggi regionali. Per cui, personale già in forza alle opere trasferite ad ENAS è stato trasferito con queste. Nulla di più!

Aggiungo che, mentre alcuna sollecitazione relativa ad assunzioni è mai pervenuta alla presidenza di ENAS nel periodo di vigenza della Giunta Soru, la stessa presidenza è stata subissata di richieste in fatto di personale – eufemisticamente le più varie – da parte di consiglieri regionali ed assessori dell’attuale giunta di centro-destra. La risposta è sempre stata: La legge non lo consente!
Per terminare, una chiosa. Il Consiglio di Amministrazione che ho avuto l’onore di presiedere dal 2007 al 2011 era composto da tre professori universitari, i cui riferimenti sono stati rappresentati esclusivamente dalla propria coscienza e dalle leggi. Terminato il mandato, sono tornati disciplinatamente al tempo pieno delle loro mansioni universitarie.
La ringrazio se vorrà pubblicare la mia nota

Sergio Vacca

 

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