L’acqua è ignorante e non conosce i cartelli stradali

da Andrea Prato riceviamo e pubblichiamo

E’ tutta colpa dell’acqua!
Sta li, ferma per mesi, anni, decenni, alle volte ne vorresti appena un po, ma lei nulla. Non scende. E tu vedi quel bel pezzo di terreno in pieno centro, già immagini una bella palazzina con attico dal quale vedi mare, spiaggia e tramonto. Come fai a resistere? Infatti, non resisti. Peccato che per te l’acqua sia ignorante. Nell’esperienza in regione ho scoperto che in realtà ignorante non è l’acqua ma l’uomo. In più occasioni ho appurato di persona che la situazione sia peggio di quanto sembri: dalla circonvallazione dell’acqua di Capoterra alla costruzione del municipio su un fiume a Castelsardo. Credo sia utile raccontare tre episodi illuminanti sull’umana demenza avvenuti nonostante gli inutili e isterici veti del PPR di Soru.

Episodio uno: la circonvallazione dell’acqua

A Capoterra, i danni dichiarati per il settore agricolo erano superiori a 50 milioni di euro, feci un sopralluogo e mi resi conto che in alcuni casi apparivano decisamente gonfiati. Tra gli scempi vidi una serra costruita nel bel mezzo di un fiume. Chiesi la ragione di questa umana cretinata e mi risposero che il corso del fiume era stato deviato. Avere capito? Hanno fatto la circonvallazione per l’acqua, peccato che lei sia ignorante e quando è scesa in paese non ha letto i cartelli, è venuta giù dritta come natura crea. Il guaio per la collettività è che il danno alla serra costruita nel greto del fiume sia stato giustamente indennizzato perché l’azienda agricola era in possesso di tutte le autorizzazioni municipali. Per la cronaca: evitammo strumentalizzazioni chiedendo ai danneggiati di produrre una perizia giurata da parte di professionisti accreditati in tribunale. Così facendo i danni scesero a circa 20 milioni e liquidammo il 50% a tutti entro un anno dall’evento. Per i danni civili credo che ancora oggi vi siano famiglie e imprese che ancora attendono per colpa di politici e burocrati.

Episodio due: Enas fa la cresta sull’acqua di Abbanoa e dei consorzi di bonifica

L’acqua dei sardi è in mano ad un grossista pubblico di nome ENAS che ha assunto in questi anni centinaia di dipendenti per mere ragioni clientelari, stanno prevalentemente al caldo degli uffici, mentre le dighe sono quasi abbandonate a loro stesse. In tutto il mondo i grossisti sono spariti perché si tratta di un costo non sopportabile nel rapporto domanda/offerta, ma in Sardegna i politici ne hanno inventato uno che andrebbe smantellato immediatamente. Vende l’acqua dei sardi ad abbanoa e ai consorzi di bonifica e gli fa la cresta. E’ un ente pubblico in attivo che guadagna un mare di soldi sulla nostra pelle. Una delle peggiori vergogne della politica sarda targata Soru e Cappellacci. Più volte ho proposto in giunta la sua soppressione ma quando parli di ENAS pesti i calli a troppa gente. Sono stato rottamato io.

Episodio tre: un municipio costruito su un fiume

Molti comuni sardi si trovano nella situazione di Castelsardo dove l’ex sindaco Francolino Cuccureddu (e non solo lui) ha intubato un fiume e costruito sopra mezzo paese oltreché, udite udite, gli stessi uffici comunali! Non è uno scherzo. Vivo a Castelsardo da 35 anni e mai ho visto la piena di cui raccontano i più anziani, i quali sostegono che ogni 50 anni l’acqua viene giù al punto da sommergere anche la spiaggia della marina. Per non parlare della pista ciclabile già crollata e della strada statale 200 che cederà presto nel punto più panoramico del paese. Non credo che si possa fare prevenzione buttando giù case e strade, casi simili sono all’ordine del giorno, bisognerebbe riflettere seriamente e cambiare modello politico passando rapidamente dal centralismo al sistema curtense del medio evo italiano, sul quale sono costruite le italiche fortune rinascimentali.

Andrea Prato

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