Enti poco trasparenti? Sollecitiamoli con l’accesso civico

Dall’avvocato Giovanni Battista Gallus riceviamo e pubblichiamo un intervento sulla trasparenza negli atti pubblici. 

Come reagire quando viene meno la trasparenza degli atti pubblici? Davanti alle pubblicazioni lacunose della pubblica amministrazione i cittadini hanno a disposizione uno strumento potentissimo e gratuito e cioè l’accesso civico, grazie al Decreto trasparenza (d.lgs 33/2013). Le istruzioni dettagliate per il suo utilizzo sono peraltro reperibili anche sul sito della Regione Sardegna (https://www.regione.sardegna.it/accessocivico/).

Una volta precisato che l’accesso civico non è da confondere con il “normale” diritto d’accesso – il quale presuppone la sussistenza di un interesse concreto e attuale per essere esercitato – va sottolineato che il soggetto, al contrario, non deve specificare alcun interesse quando presenta una richiesta di accesso civico.

Deve solo indicare gli atti che dovrebbero essere pubblicati obbligatoriamente sul sito (ai sensi del decreto trasparenza o di altra norma che ne rende obbligatoria la pubblicazione), e invece sono assenti o pubblicati in maniera incompleta. L’elenco degli atti da pubblicare obbligatoriamente è molto ampio e comprende quasi tutti i dati rilevanti per ricostruire come le pubbliche amministrazioni impieghino i soldi pubblici.

L’istanza può essere avanzata senza nessuna formalità (anche via email), non deve essere motivata e l’amministrazione deve obbligatoriamente pubblicare i dati entro 30 giorni e, se i dati fossero già online, deve comunque indicare al richiedente il link di pubblicazione. Se poi l’istanza dovesse rimanere inevasa si può ricorrere al Tar, sempre gratuitamente (perlomeno per quanto riguarda il contributo unificato e le spese).

Si tratta quindi di uno strumento veramente utile per “costringere” le pubbliche amministrazioni ad adempiere ai pervasivi obblighi di trasparenza, la quale, ormai da tempo, va intesa come “accessibilità totale”.

La richiesta di accesso civico è un atto incisivo, anche perché per il responsabile della trasparenza comporta l’obbligo di segnalare l’inadempimento degli obblighi di pubblicazione, con possibili conseguenze disciplinari e di valutazione della performance.

In conclusione, le innovazioni normative hanno portato non solo obblighi per le amministrazioni pubbliche ma anche degli strumenti che, se bene utilizzati, possono consentire di dare avvio a delle vere e proprie azioni di “hacking civico” e aiutare a raggiungere una reale trasparenza, evitando pubblicazioni parziali, non corrette o comunque lacunose di dati pubblici.

Giovanni Battista Gallus

Avvocato, presidente del Circolo dei Giuristi telematici,  Fellow del Centro Nexa su Internet e Società

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share