Regione sarda, la trasparenza opaca

La malversazione si nutre di scarsa trasparenza. Le leggi nazionali impongono l’inversione di marcia e in Regione la mini-rivoluzione procede tra molti problemi

Sulla trasparenza, negli ultimi mesi la Regione ha fatto dei grandi passi in avanti. Anche perché lo impone una legge nazionale, che suona più o meno così: visto che gestite soldi pubblici, è giusto che i contribuenti sappiano come vengono spesi. Per l’Italia, una rivoluzione epocale. Per la malversazione, sposa prediletta della scarsa trasparenza, un colpo al cuore. Anche se pare non corra pericolo di vita.

Ecco allora comparire sul sito istituzionale gli incarichi assegnati a soggetti esterni, la lista degli immobili che la Regione ha in affitto, i contratti e le ricevute di pagamento per i servizi garantiti da soggetti esterni, dalla pulizia degli uffici alle forniture dei frigobar di villa Devoto. Anche perché se l’amministrazione non pubblica gli atti, non può effettuare alcun pagamento.

L”Operazione trasparenza’, si diceva, è a buon punto. Merito della vigorosa accelerata imposta dalla dirigente Michela Melis, già direttore generale facente funzioni della Comunicazione e attuale responsabile del servizio Comunicazione istituzionale e trasparenza, sostituita poi al vertice da Francesco Cicero, che sta portando avanti con risultati apprezzabili la mini-rivoluzione. Unica pecca: un piccolo conflitto di interessi di cui si parla poco più avanti.

E Potrebbe andare ancora meglio, se solo qualche ufficio un po’ sbadato rispettasse le regole. E se consultare i dati fosse un po’ più semplice e immediato. Soprattutto per i ‘profani’.

Mea culpa. Peccare in opere e (soprattutto) omissioni. Quanto intasca un alto papavero? Il sito della Regione risponde: boh. I compensi e le faccende di un dirigente pluridecorato sono puro mistero. Tra i capitoli alla voce ‘amministrazione trasparente’ non manca il riferimento agli ‘incarichi amministrativi di vertice’, eppure la sezione è vuota. E non, con tutta probabilità, per colpa degli uffici che fanno capo al versante ‘Trasparenza’: semplicemente i dati non arrivano. E quindi niente si pubblica. Ovvero, anche se si sollecitano nomi, cognomi ed esborsi, ci si ritrova davanti ad un muro di gomma.

Dirigenti fantasma. In Regione funziona così: la parte politica dà un indirizzo e la parte tecnico-amministrativa dà corso (se legittima) a quell’indicazione. Al termine di questo preciso iter, a legittimare tutto ci pensa una determina del preposto dirigente. Le determine, in teoria, dovrebbero essere pubbliche. In pratica però succede il contrario: il sito della Regione ne riporta la bellezza di zero. E sul versante trasparenza, si parla di un passaggio cruciale: è nelle determine che si trovano i nomi, gli stipendi, le modalità per cui e con cui in Regione arriva un nuovo assunto o si paga la ditta di Tizio per assicurare un servizio. 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share