Caso Insar, la manager dimissionaria: “Società risanata, il bilancio è positivo”

Da Paola Piras, amministratrice delegata dell’Insar, dimissionaria lo scorso 16 maggio, riceviamo e pubblichiamo questa richiesta di “rettifica dell’articolo ‘Dalla padella alla brace: la manager si dimette, società nel caos‘”.

Con la presente è mia cura richiedere immediata rettifica dell’articolo sopra citato, pubblicato in data 29 maggio 2019 a firma di Alessandra Carta, il quale riporta gravi falsità ed inesattezze.

In primo luogo, al contrario di quanto riportato all’interno dell’articolo sopra citato, non vi è stata alcuna “fuga in fretta e furia” dall’IN.SAR. Ho annunciato le mie dimissioni nel mese di dicembre 2018, impegnandomi con l’allora Presidente Pigliaru di attendere l’approvazione del progetto di bilancio relativo all’esercizio sociale 2018 in Consiglio di Amministrazione. Mi sono, quindi, dimessa formalmente dall’incarico di Amministratore delegato lo scorso 16 maggio 2019 con la lettera inviata – come prescrive il Codice Civile – al Presidente del Collegio Sindacale e ai componenti del Consiglio di Amministrazione e regolarmente protocollata negli uffici della stessa IN.SAR. Nessuna “fuga”, espressione gravissima, bensì esercizio di un diritto,esercitato non solo nel rispetto delle procedure previste dal Codice Civile ma, soprattutto, in ragione del dovere di correttezza politica nei confronti dell’attuale Presidente della Regione, che è giusto possa avere una persona di sua fiducia ad amministrare una realtà critica e difficile come IN.SAR.

Ancora. IN.SAR non “continua a navigare in pessime acque” ma, al contrario, vive e produce. Grazie all’azione di risanamento posta in essere dall’attuale Consiglio la Società ha i conti in regola e, allo stato attuale, la continuità aziendale economica. La richiesta di convocazione dell’assemblea straordinaria per cessazione anticipata e messa in liquidazione, infatti, è espressione della volontà dei soci, ai sensi dell’art. 2484 cc., i quali peraltro, già nel 2011 avevano fatto ricorso ad una liquidazione della Società, poi rientrata.

Si precisa, inoltre, che il CdA ha approvato in data 9 aprile 2019 (prima delle mie spontanee dimissioni) il progetto di bilancio di esercizio 2018 che, non solo non presenta più la perdita di 1.400.000,00 euro cui si fa riferimento nell’articolo, bensì si chiude positivamente, con un utile. L’articolo non solo non fa alcun cenno all’azione di risanamento, ma confonde strumentalmente le attività 2017 (imputabili al precedente Consiglio) con quelle poste in essere dai nuovi amministratori. L’Autrice dell’articolo prosegue il pezzo con ulteriori informazioni scorrette, riportate in modo da dare una percezione della realtà dei fatti totalmente distorta.

Mi riferisco, a mero titolo esemplificativo al “riscaldamento bloccato a gennaio e febbraio” facendo intendere che tale blocco sia strettamente dipendente dalla crisi della Società, o alla denuncia di rapporti con i fornitori “tesissimi”, tali da far “fioccare” “i decreti ingiuntivi per il pagamento di beni e servizi”, quasi a voler sottintendere una grave condotta inadempiente da parte della Società. Frasi ed espressioni del tutto strumentali, finalizzate a dare un’immagine a dir poco negativa di IN.SAR e dell’attuale gestione. Frasi ed espressioni che certamente sarebbero state evitate dall’Autrice dell’articolo se solo avesse approfondito ognuno di questi temi e, soprattutto, se avesse avuto cura di informarsi sulle regole di funzionamento di una qualsiasi Società pubblica.

Con riferimento al blocco del riscaldamento, questo è stato causato da un guasto che, in ragione della natura della Società, ha richiesto l’avvio delle procedure per l’individuazione del fornitore la cui offerta fosse più conveniente; a seguito della gara si è atteso l’arrivo del pezzo da sostituire. In breve si è trattato solo di tempi tecnici. Per quanto riguarda, invece, i decreti ingiuntivi cui l’Autrice fa riferimento sottintendendo una condotta inadempiente da parte di IN.SAR, è doveroso precisare che la sospensione dei pagamenti è stata doverosa in ragione della natura di partecipata di IN.SAR che, utilizzando risorse pubbliche, impone l’accertamento della regolarità della prestazione e della legittimità della pretesa.

Potrei continuare, rispondendo con la verità dei fatti ad ognuna delle falsità o mezze verità riportate strumentalmente all’interno dell’articolo, tra le quali mi viene in mente il punto in cui viene citata lettera dei dipendenti alla Regione, ma non viene data menzione della successiva lettera con cui altri dipendenti si dissociavano formalmente dalla prima. Ancora potrei riferirmi alla comunicazione di novembre sulla “disdetta unilaterale del contratto collettivo nazionale”, che viene riportata denunciando una grave violazione da parte dell’Amministratore delegato, senza precisare ed informare i lettori che si è trattato di un atto doveroso, preceduto da un tavolo sindacale con il medesimo oggetto e poi adottato su delibera del CdA in adempimento dell’atto di indirizzo della RAS e coerentemente con quanto previsto dalla normativa.

Alla luce delle innumerevoli imprecisioni che vengono riportate all’interno dell’articolo cui si fa riferimento, si invitano sia i giornalisti deputati alla redazione che la direzione, ad effettuare un attento approfondimento, frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca, prima di provvedere alla pubblicazione di articoli come questo. In sua assenza, infatti, non solo si arrecano gravi danni all’immagine di persone come, in questo caso, i professionisti, i soci e gli impiegati che hanno duramente lavorato in tutto questo periodo al solo fine di risanare la Società e che, pertanto, meritano che i mezzi di cronaca riportino correttamente le notizie che li riguardano, ma, soprattutto, si violano gravemente i doveri deontologici cui tutti i giornalisti sono obbligati e si lede l’interesse pubblico alla conoscenza dei fatti oggetto di cronaca, mancando di rispetto ai lettori che, quotidianamente, utilizzano gli strumenti di informazione nella convinzione di essere correttamente resi edotti e aggiornati su tematiche così delicate.

Paola Piras

***

Risponde il Direttore di Sardinia Post

Pubblichiamo ben volentieri la logorroica autodifesa della signora Piras. Con la diffida, a nostra volta, di non azzardarsi, né oggi né mai, a provare a impartirci lezioni di giornalismo e di deontologia professionale. E di rispondere invece a un semplice quesito: se l’IN.SAR è questo esempio di virtù imprenditoriale, perché rischia di essere messa in liquidazione?

G. P.

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