Tuvixeddu, pioggia di milioni in ballo. Scontro finale tre Regione e costruttori

La disputa sulle costruzioni nel colle di Tuvixeddu tiene col fiato sospeso la Regione. In ballo c’è una pioggia di milioni, 83 per l’esattezza, che ballano tra amministrazione e costruttori in attesa della sentenza definitiva della Cassazione che arriverà nelle prossime settimane. La notizia è stata riportata sul Corriere della Sera e ripercorre le tappe di una vicenda che risale ai primi anni del duemila. Allora, i privati avevano ottenuto il permesso dall’amministrazione comunale di costruire delle abitazioni con la promessa, come contrappeso, di realizzare anche una modesta area archeologica e un museo a fronte di un complesso edilizio di quattrocento appartamenti.

L’autorizzazione poi fu sospesa dall’allora presidente della Regione, Renato Soru che inserì l’area in quelle con vincolo paesaggistico.  Il contratto tra privati e amministrazione pubblica prevedeva che, in caso di contenziosi, fosse risolto attraverso un arbitrato che diede ragione ai costruttori, costringendo la Regione a un risarcimento di 76 milioni di euro per la società ‘Nuove iniziative Coimpresa’ di Gualtiero Cualbu. Due arbitri su tre (il presidente emerito della Corte Costituzionale, Franco Bilé, e il docente universitario, Nicolò Lipari) assunsero questa decisione, contro il parere diverso del terzo arbitro, il giudice in pensione Giovanni Olla, che pretese che nella sentenza fosse precisato il suo dissenso radicale. Infatti, Olla calcolò una cifra pari a 3,6 milioni di euro.

LEGGI ANCHE: Tuvixeddu, maxi risarcimento nullo: al gruppo Cualbu un milione (e non 84)

La Regione fece ricorso, ma nel frattempo si concluse la Legislatura di Renato Soru e fu il suo successore, Ugo Cappellacci, a ritrovarsi la patata bollente, tanto che il nuovo governatore criticò “la guerra ideologica portata avanti da Renato Soru che rischia di pesare sulla collettività”. Questo nonostante, secondo il patron di Tiscali, il Tribunale di Cagliari e il Consiglio di Stato avessero stabilito la legittimità dei comportamenti dell’amministrazione regionale”.

Infatti, nel 2018 la Corte d’Appello di Roma diete ragione alla Regione ribaltando il giudizio dell’arbitrato, ammettendo il risarcimento per i privati ma riducendolo notevolmente come cifra: un milione e 200mila euro. Adesso spetta alla Cassazione chiudere definitivamente una vicenda che sta assumendo, però, anche i contorni di una polemica politica visto che tra i banchi del Consiglio regionale si chiede al presidente della Regione, Christian Solinas, di recuperare coattivamente 83 milioni di risorse pubbliche. Lo ha fatto l’esponente dei Progressisti, Massimo Zedda, che ha presentato un’interpellanza per chiedere se quei soldi non ancora restituiti ci siano ancora o siano “transitati in altre società dello stesso gruppo privato”. Inoltre, Zedda fa riferimento a un secondo arbitrato, per cui la Regione ha stanziato un importo di 556mila euro con un debito fuori bilancio, proposto dal gruppo privato per paralizzare gli effetti restitutori del debito.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share