Nuova vita per gli scarti delle cozze nell’Isola: dall’ecodesign alla bioedilizia

Dal fertilizzante agli integratori alimentari, dalla bioedilizia al trattamento delle acque reflue: gli scarti delle cozze possono essere riutilizzati in diversi modi, nell’ottica della sostenibilità ambientale. Nell’Isola c’è una collaborazione tra Medsea, fondazione no profit per la tutela e la conservazione degli ecosistemi marini e costieri, e l’azienda Nieddittas che commercializza cozze: prevede il riutilizzo dei gusci dei mitili per la costruzione di isolotti artificiali presso lo stagno di Corru Mannu al fine di sostenere l’insediamento e la nidificazione di alcune specie di uccelli. O ancora il progetto di economia circolare per ideare e progettare soluzioni di ecodesign attraverso il recupero e riutilizzo di materiali di scarto della mitilicoltura e di rifiuti potenzialmente impattanti per gli ecosistemi marino-costieri, come ad esempio la retina utilizzata per l’allevamento delle cozze, reti da pesca e cordami.

Nella maggior parte delle città, i gusci delle cozze si collocano nella raccolta dell’indifferenziato, ma in alcuni comuni è possibile smaltirli nell’organico: i gusci si dissolvono negli impianti di compostaggio riuscendo a dare nutrienti al compost che viene creato con il resto dei rifiuti organici e dunque biodegradabili. Il materiale di cui sono composti i gusci dei mitili, carbonato di calcio per il 95 per cento, è utilizzato anche in agricoltura come fertilizzante. Gli scarti delle cozze, opportunamente lavorati, potrebbero essere impiegati anche nell’allevamento di animali, in particolare volatili, come integratori alimentari di calcio. Il carbonato di calcio è un ingrediente comune nelle miscele di cementi e collanti. Dunque, dopo un processo di desalinizzazione ed essiccatura, gli scarti delle cozze possono essere utilizzati per la produzione di materiali per la bioedilizia. Il carbonato di calcio viene utilizzato anche nel processo per il trattamento delle acque reflue. Oggi il materiale usato per questi scopi è ricavato in gran parte dalle cave. Si tratta di un’attività sempre meno ecosostenibile; ecco perché sostituirlo con quello ricavato dai gusci dei molluschi potrebbe risultare ecologicamente molto utile.

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