L’aglio sardo entra nella banca dati regionale delle biodiversità

Rischia di scomparire, ma adesso sarà salvaguardato. L’aglio sardo risorsa genetica unica, dal sapore inconfondibile e persistente è stato finalmente inserito nel Repertorio regionale delle biodiversità, il registro istituito dalla Regione con la legge 16 del 2014, come parte integrante del sistema regionale di recupero tutela e valorizzazione delle biodiversità della Sardegna.

Il percorso che ha portato alla registrazione è durato 12 mesi ed è stato avviato grazie alla richiesta presentata da una giovane imprenditrice di Assemini, Silvia Mandas, che ha presentato l’istanza per il riconoscimento. In tutto il percorso l’imprenditrice è stata supportata dalle agenzie regionali Agris e Laore.

“L’agenzia Agris – ha sottolineato la ricercatrice Agris, Anna Barbara Pisanu – si è occupata della caratterizzazione morfo fenotipica e tecnica dell’aglio coltivandolo “ex situ”, cioè nelle sue aziende sperimentali e ponendolo a confronto con la medesima coltivazione effettuata “in situ” cioè nell’azienda agricola dell’imprenditrice”.

“L’ Agenzia Laore Sardegna – dichiara Paola Ugas, funzionario tecnico di Laore – ha curato la raccolta nel territorio dei documenti e delle interviste agli anziani e ai coltivatori locali, attestanti che l’aglio sardo viene coltivato nel territorio da ben oltre 25 anni, termine minimo richiesto per l’iscrizione. Il dossier è stato presentato all’attenzione della Commissione tecnico scientifica della biodiversità – Sezione vegetale, che è composta da rappresentanti del mondo scientifico e universitario, associazioni di categoria, rappresentanti dei comitati per la valorizzazione delle biodiversità, Assessorato all’agricoltura e riforma agropastorale, dirigenti delle agenzie regionali esperti in materia di biodiversità , antropologi, che nella seduta del 7 dicembre, dopo un attenta analisi della documentazione presentata ha ratificato positivamente l’iscrizione dell’aglio sardo al repertorio regionale e l’inserimento nel portale www.biodiversitàsardegna.it dove al momento sono registrate 136 risorse vegetali e 12 animali”.
L’iniziativa dell’imprenditrice che ha portato alla registrazione dell’aglio sardo nel registro delle biodiversità ha di fatto creato un’opportunità di valorizzazione di questa coltura, per tutte le aziende agricole che decideranno di coltivarla e trasformarla nei preziosi piatti della tradizione gastronomica sarda o in preparazioni innovative.
“Il prossimo passo – ha sottolineato ancora Silvia Mandas- sarà infatti quello di iscrivermi all’albo regionale degli agricoltori custodi come detentrice della risorsa a beneficio di tutti i soggetti inclusi nella Rete di conservazione. Questo apre la possibilità di attingere anche alle risorse dedicate dai bandi PSP 2023-27 (Piano Strategico della PAC), in cui una fetta importante delle risorse è focalizzata proprio su diversificazione e biodiversità”. (ma.sc.)

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