Emergenza acqua, Italia a secco. Nell’Isola risorse idriche al 60%, nel 2022 erano all’83

Il 2023 è appena iniziato ma già si annuncia come l’annata “idricamente più difficile del già complesso 2022, soprattutto nelle regioni settentrionali, fulcro dell’economia agroalimentare italiana”. L’allarme del presidente dell’Anbi (Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), Francesco Vincenzi.

L’osservatorio segnala gravi criticità in tutto lo Stivale. Nei bacini della Sardegna, la risorsa accumulata si attesta oggi su circa 1098 milioni di metri cubi, pari al 60,21 per cento della capacità d’invaso; 12 mesi fa era l’83,12 per cento.

Secondo il direttore generale dell’associazione, Massimo Gargano, “è ormai acclarata la necessità di un urgente programma di interventi articolati quanto coordinati e multifunzionali, capaci di trattenere le acque, soprattutto di pioggia, per utilizzarle nei momenti di bisogno: dai laghetti alla bacinizzazione, dalle aree di espansione al riutilizzo di cave abbandonate. Questo – aggiunge – va affiancato a una costante ricerca nell’ottimizzazione irrigua, senza dimenticare l’efficientamento delle reti idriche, né le possibilità di utilizzo delle acque reflue”.

Tutte le medie sono inferiori a quelle registrate l’anno scorso. Nel Lazio, “esemplare è la condizione di Roma, dove è piovuto il 43,6 per cento della media, ma resta capitale nel ‘global warming’ con 23 eventi estremi, verificati l’anno scorso (79 dal 2010). L’Anbi ha voluto ricordare “a un’opinione pubblica e a una politica distratte, che il cibo è irriguo e che la qualità del made in Italy, ma anche la sovranità alimentare, dipendono dalla disponibilità d’acqua”.

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