Alta tensione in Forza Italia, si apre la corsa per le candidature alle Politiche

Il tappo azzurro è saltato: Forza Italia è ufficialmente in guerra dopo l’elezione di Ignazio Locci a vicepresidente del Consiglio regionale, in quota centrodestra.

Il tappo azzurro è saltato: Forza Italia è ufficialmente in guerra dopo l’elezione di Ignazio Locci a vicepresidente del Consiglio regionale, in quota centrodestra. Sono state ventuno le preferenze raccolte il 13 dicembre scorso dall’esponente sulcitano che ha battuto l’altro candidato del partito, Marco Tedde, algherese, fermo a tredici voti. L’esito delle urne ha consegnato Forza Italia al correntismo, secondo equilibri che preparano alle prossime Politiche.

Servono due livelli di analisi per capire cosa sta succedendo nel partito azzurro: uno è l’assetto regionale, l’altro è appunto lo scenario nazionale.

Locci si colloca nella corrente del senatore Emilio Floris, di cui Stefano Tunis, altro consigliere regionale azzurro, è il braccio destro nella provincia di Cagliari. E la componente risulta essere la più forte, avendo piazzato alle Comunali del capoluogo gli unici azzurri dell’assemblea civica, cioè Stefano Schirru e Alessandro Balletto. Il consenso dell’area Floris è intanto funzionale alla riconferma del senatore alle prossime Politiche. Floris viene considerato il capolista certo a Palazzo Madama.

Tedde, invece, appartiene all’area del deputato Salvatore Cicu, ma entrambi si stanno aprendo anche a nuovi orizzonti: Tedde è il referente sardo di Stefano Parisi, l’ex candidato sindaco di Milano che col suo movimento “Energie per l’Italia” sta lavorando per diventare leader del centrodestra nazionale; Cicu invece promuove il movimento “Siamo italiani”, fondato dall’europarlamentare Lara Comi nella prospettiva del dopo Berlusconi.

All’area Cicu appartiene pure Alessandra Zedda, vicecapogruppo in Consiglio regionale e la principale accusatrice di Ugo Cappellacci sul caso Locci-Tedde. All’ex governatore, nonché coordinatore regionale di Forza Italia, gli viene rimproverato il fatto di aver sostenuto Locci andando contro l’indicazione del gruppo consiliare che aveva scelto Tedde. Ma Cappellacci, con questa scelta, ha voluto in qualche modo punire – rimbalza dal partito – l’impegno di Tedde con Parisi. Il coordinatore “non ha unito”, gli ha detto ancora la Zedda, ma sapendo che non sarà l’area Cicu a decidere sul suo futuro politico: Cappellacci ha un filo diretto con Silvio Berlusconi, ciò gli garantirà la candidatura alla Camera. Da capolista anche nel suo caso. Tanto che l’ex governatore ha fatto sapere di non voler più correre per le Regionali.

Arrivare a Montecitorio è anche l’ambizione di Pietro Pittalis, capogruppo in Consiglio regionale: il salto a Roma è per lui quasi un passaggio obbligato dopo quattro legislature nell’aula di via Roma. Pittalis è stato il primo a indicare Tedde: la mossa gli avrebbe permesso di fare una sorta di en plein, per consolidare ancora di più la sua futura candidatura alla Camera. Pittalis stavolta ha perso, ma in quota Matteoli resta il primo dei sardi ‘blindato’ per il Parlamento (della corrente fanno parte anche i consiglieri regionali Oscar Cherchi ed Edoardo Tocco).

Essendo Forza Italia all’opposizione in Consiglio regionale, lo scontro dentro il partito non avrà effetti né rischi politici sul governo della Sardegna. Ma gli azzurri si sono messi in marcia verso una resa dei conti interna che ha le Politiche come prima scadenza e le Regionali del 2019 come seconda.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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