Paci: “Da Ue 2,7 miliardi. Programmiamo bene, spendiamo meglio”

I dati impietosi rilanciati dalle associazioni degli enti locali sui trasferimenti dello Stato a Comuni e province, lasciano poco spazio all’immaginazione: negli ultimi due anni, in Sardegna c’è stata una flessione di ben 316 milioni di euro. Sono gli effetti della revisione della spesa (oltre 253 milioni), ma non solo. Nel conto ci sono anche i tagli per assicurare la necessaria copertura agli 80 euro in busta paga di Renzi e le sforbiciate al Fondo unico per gli enti locali. Insomma, un mezzo disastro. Eppure c’è un capitolo che gli amministratori locali non hanno finora sfruttato appieno: sono i fondi dell’Unione europea. Anche per questo l’assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci lancia un messaggio chiaro ai Comuni: “Mi pare che abbiano riconosciuto come, anche in tempi di crisi, i finanziamenti regionali siano stati mantenuti. Ora lavoriamo insieme per ottimizzare la spesa e la programmazione dei fondi Ue. Capiamo che per un Comune sia molto più semplice mettere a correre i fondi regionali, ma anche nell’ambito dei corposi finanziamenti Ue noi assicureremo il nostro contributo perché facciamo parte dello stesso sistema”.

Innanzitutto, ci sono ancora a disposizione 396 milioni da qui al 31 dicembre 2015. E occorre spenderli in fretta, visto che in caso contrario tornerebbero a Bruxelles. “Stiamo facendo tutto il possibile per evitare questa eventualità – dice il vicepresidente dell’esecutivo -. Intanto, non dobbiamo ripetere gli errori fatti in passato. Uno su tutti? Gli uffici che hanno lavorato spesso a compartimenti stagni. La cabina di regia che abbiamo appena varato serve proprio a questo”.

E poi c’è la partita del settennio 2014/2020. Con una cifra da capogiro: oltre 2,76 miliardi di euro suddivisa tra Fondo sviluppo regioni (933mila euro), Fondo sociale (444mila) e Fondo per l’agricoltura (1,3 miliardi). “Perché ci troviamo, ancora nel 2015, a programmare i fondi del periodo 2007/2013? Perché abbiamo ereditato ritardi enormi, dopo anni e anni in cui non si è speso niente – specifica l’assessore Paci -. Colpa della burocrazia, certo, con il conseguente blocco dei fondi da parte di Bruxelles per quasi un anno, da marzo 2014, e lo sblocco pochi mesi fa. Ma è stata colpa anche dell’assenza di una programmazione unitaria, ovvero l’unione dei fondi a disposizione”.

Per rendere meglio il concetto, un semplice esempio. “Se una cooperativa sociale è interessata a rilevare un terreno e fare agricoltura – dice Paci – è chiaro che posso usare non solo le risorse del Fondo sociale, ma anche quelle del Fondo di sviluppo regionale e pure quelle del Fondo per l’agricoltura. Ad oggi invece, questo modello non è mai stato attuato. E questo cosa comporta? Ritardi, burocrazia, intoppi nelle procedure. Come nel caso delle ‘irregolarità’ certificate da Bruxelles, quelle che hanno portato allo stop dei fondi: nessun riferimento a gestioni poco trasparenti, ma burocrazia bella e buona”.

Rientra in quest’ottica la creazione di una cabina di regia che nelle ultime settimane ha riunito intorno allo stesso tavolo parte politica, parte tecnica e portatori di interessi, dalla cultura al lavoro, dall’agricoltura all’istruzione fino all’imprenditoria. Tema privilegiato: la programmazione unitaria, con un ordine di spesa ‘gerarchico’ che parte, appunto, dai fondi europei perché “non possiamo più permetterci di restituire a Bruxelles decine di milioni di euro come troppe volte è accaduto in passato”, conclude l’assessore alla Programmazione.

P. S.

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