Fondi gruppi, legali Diana: “Usato come paravento per i reati commessi da altri”

Mario Diana è stato usato come paravento per i reati commessi da altri. Signori giudici, evitiamo di fare felici queste persone e fate pagare all’onorevole Diana solo le eventuali colpe che ha commesso”. Si è chiusa con un appello ai giudici l’arringa dell’avvocato Massimo Delogu, difensore dell’ex consigliere regionale, già capogruppo di PdL e An, sotto processo con l’accusa di peculato aggravato per circa 200mila euro spesi secondo la Procura illegittimamente e per aver avvallato altri 400mila euro di spese ritenute non corrette ai consiglieri dei gruppi che presiedeva.

Dopo la richiesta del pm Marco Cocco, che nella precedente udienza aveva sollecitato una condanna a otto anni, oggi nell’aula della prima sezione del Tribunale di Cagliari la parola è tornata ai difensori. Prima l’avvocato Pierluigi Concas, che già nella precedente udienza aveva fatto una lunga e appassionata arringa, poi al collega Delogu che ha provato a scardinare il teorema dell’accusa, ribadendo che buona parte delle spese contestate a Diana sono state fatte, invece, da altri e che l’ex capogruppo sarebbe stato spesso vittima di vere e proprie truffe. Tra le contestazioni mosse direttamente all’imputato ci sono quelle di aver comprato libri preziosi e penne Montblanc con i soldi del gruppo, ma poi la Procura gli contesta anche i soldi utilizzati scorrettamente dagli altri onorevoli. La richiesta di condanna sollecitata all’ex capogruppo del PdL è la più alta da quando è iniziata l’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale che ha coinvolto già un’ottantina di consiglieri della XIII e della XIV legislatura. Il 13 luglio, se non ci saranno repliche, il collegio presieduto dal giudice Giuseppe Pintori si ritirerà in camera di consiglio ed emetterà la sentenza.

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