Solinas smentito dagli uffici di Nieddu: ‘Inutile e dannoso fare i test sierologici’

L’assessorato alla Sanità smentisce Christian Solinas sui test sierologici. Gli uffici di Mario Nieddu smontano in un colpo solo tutta la narrazione che il presidente della Regione ha ripetuto nell’ultimo mese e spiccioli intorno agli esami del sangue per accertare la positività (o meno) al coronavirus. C’è un documento che certifica l’infondatezza delle cose dette dal governatore da maggio, quando ha cominciato a tirare in ballo la farsa del passaporto sanitario, poi chiamato certificato di negatività, poi derubricato a compilazione di un modulo e infine dissolto in una bolla di sapone (ma questa è un’altra storia).

La lettera che smaschera Solinas è datata 30 maggio. La firma in calce è di Marcello Tidore, il Dg dell’assessorato alla Sanità, che nella missiva risponde a Federlab, Med.Net e Sapmi, i rappresentanti dei laboratori di analisi. Nero su bianco ecco le ragioni per la quali la Regione ha deciso di non autorizzare i test sierologici, come sollecitato ad aprire dalle tre sigle. “Allo stato attuale – si legge – tali esami, basati sull’identificazione degli anticorpi IgM e IgG, non possono essere utilizzati per scopo diagnostico a causa dell’elevato numero di falsi negativi e falsi positivi”.

Tidore, quel 30 maggio, non ha scritto a sentimento. Il direttore generale si è riferito alla “circolare numero 16106 del 9 maggio 2020”. Una circolare emanata dal ministero della Salute che, a sua volta, ha seguito le direttive dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Roba che non ha sfiorato Solinas, il quale, a ben, vedere, non solo non deve aver parlato con gli uffici di Nieddu, ma neppure si è mai informato sui provvedimenti nazionali e sulle linee guida internazionali nella gestione del Covid-19. Diversamente, di tv in tv, non avrebbe continuato a raccontare del passaporto sanitario (e varianti). Solinas, a un certo punto, si era anche inventato l’opzione dei test salivari che nemmeno esistono in commercio.

Val bene ricordare che per test sierologico si intende l’analisi con reagente su un campione di sangue. Due mesi fa, i laboratori di analisi hanno chiesto all’assessorato alla Sanità l’ok per inserire  gli esami degli anticorpi tra le prestazioni erogabili. Ma il 30 maggio gli uffici di via Roma hanno risposto picche spiegando pure un secondo fondamentale particolare: “Il test sierologico negativo non esclude la possibilità di un’infezione in atto, in fase precoce o asintomatica, e il relativo rischio di contagiosità dell’individuo, ingenerando in colui che riceve tale esito false certezze sul proprio stato di salute”. In buona sostanza, in un infetto possono non essere presenti gli anticorpi del Covid-19, eppure quella stessa persona può trasmettere il virus ad altri. Con la differenza che, non sapendo di essere malato, non sta a casa.

I test sierologici non sono significativi nemmeno in caso di risultato positivo. Perché neppure in questa circostanza la presenza degli anticorpi “indica se c’è l’infezione in atto”, scrive ancora il Dg. Che poche righe prima ribadisce sull’accertamento del Covid-19: “L’approccio diagnostico tecnicamente più attendibile rimane quello basato sul rilevamento del virus in secrezioni respiratorie attraverso metodi di Rt-Pcr per amplificazione dei geni virali”. Ovvero il tampone.

Tidore ricorda che i test sierologici “sono uno strumento raccomandato a scopo di ricerca e di valutazione epidemiologica, quindi per finalità di sanità pubblica”. Attraverso gli esami del sangue sta infatti avvenendo lo screening su 80mila italiani, un campione selezionato dall’Istat e che include i 7.935 sardi contatti nei giorni scorsi dalla Croce Rossa.

Insomma, la Regione si attiene pedissequamente alla direttive di Roma e sottolinea di aver chiesto proprio al ministero della Salute di “inserire i test sierologici nei Lea”, ovvero le prestazioni sanitarie essenziali. Ma solo per casi specifici, in modo da “non generare gravi conseguenze sul sistema pubblico di risposta all’emergenza”. A Solinas, insomma, sarebbe bastato fare una chiamata a Tidore per capire cosa avrebbe dovuto dire nelle molte interviste in tv.

Al. Car.
(@alessacart on Twiter)

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