Christian Solinas resta il presidente della Regione. Con 36 contrario alla sfiducia, il centrodestra ha salvato il mandato del governatore dell’attacco sferrato da Pd, Cinque Stelle, Progressisti e Verdi, tutti uniti nella mozione discussa ieri in Aula e finita con Solinas che ha bollato i partiti della minoranza come “la peggiore opposizione di sempre”.
Il dibattito è finito a tarda sera. La mozione era stata presentata dopo il voto di Solinas a favore dell’autonomia differenziata, quel ddl Calderoli che porterà ad avere un’Italia a due velocità. Solinas, che quasi con certezza non verrà candidato alle prossime Regionali, deve restare agganciato alla Lega per sperare almeno di ottenere un incarico a Roma dopo febbraio 2023. Quindi ecco il sostegno pieno al ministro del Carroccio. Solinas ha parlato di “sì incondizionato“, in concetto ripetuto più volte nel suo discorso di ieri in Consiglio regionale.
Il presidente ha persino fatto la vittima accusando il centrosinistra di non rispettare neppure “la grammatica istituzionale”. Questo perché soprattutto da M5s non hanno risparmiato il governatore e accusato il capo della Giunta sarda di “una gestione opaca” dell’amministrazione. In riferimento anche all’ultima indagine sulla presunta corruzione aperto dalla Procura di Cagliari (leggi qui).
Nelle fila della maggioranza c’è stato un solo distinguo, quello di Alessandra Zedda, l’ex assessora al Lavoro che sino alla fine si sta giocando la candidatura a presidente della Regione e anche ieri ne ha approfittato per fare le pulci a Solinas dai banchi di Forza Italia, dove continua a essere consigliera. “Il nostro partito è coerente, fa parte di questa maggioranza e sostiene questa Giunta”, ha detto la Zedda. “Ma lo facciamo anche con osservazioni critiche, se qualcosa non va nel verso giusto o quando serve un cambio di passo o quando, come in occasione del voto sull’autonomia differenziata, abbiamo osservato che il presidente Solinas avrebbe dovuto coinvolgere tutto il Consiglio regionale”, chiarisce.