Franco Sabatini non è più il vicesegretario del Pd sardo: l’ex consigliere regionale si è dimesso per divergenze con il capo dei dem, Emanuele Cani. L’epilogo è arrivato ieri e al netto delle reali motivazioni che hanno spinto Sabatini a fare un passo indietro, è evidente che nel partito c’è un rimescolamento delle alleanze interne. L’ormai ex numero due appartiene infatti alla corrente vittoriosa alle primarie di aprile 2017 e di cui fanno parte ex renziani, ex Ds ed ex Margherita (il leader di riferimento era il senatore Giuseppe Luigi Cucca, che poi ha seguito il sindaco di Firenze in Italia Viva). Cani, invece, è un popolare-riformista, cioè la componente di Cabras-Fadda che a sua volta non sembra poi così tanto inn armonia.
Sabatini ha mosso a Cani una serie di rilievi precisi che, a sentire il vice dimissionario, riguardano essenzialmente due punti: la mancata rappresentanza della Sardegna nel Parlamento europeo e la gestione dei posti da sottosegretario nel governo Pd-M5s. Sabatini contesta al segretario sardo di non aver fatto abbastanza per costruire il cammino di Andrea Soddu a Strasburgo. Come noto, lo scorso maggio il sindaco di Nuoro ha ottenuto un ottimo risultato alle urne, ma sarebbe riuscito a incassare l’elezione solo se Pietro Bartolo avesse optato per il collegio del Centro Italia e non per quello delle Isole. Sabatini sostiene che Cani non si è battuto abbastanza con Nicola Zingaretti per fare in modo che questo accadesse, malgrado ci fosse un accordo di massima.
Quanto ai sottosegretari dell’attuale Governo, Sabatini lamenta il fatto che la segretaria regionale non è stata consultata. E l’unico posto che il Pd sardo ha ottenuto è stato quello andato a Giulio Calvisi, nominato alla Difesa in quota Orlando. Stando a quanto detto dall’ex consigliere regionale, Cani avrebbe dovuto battersi di più per difendere la rappresentanza della Sardegna a Roma.
Nella scelta di Sabatini avrebbe inciso anche lo scollamento tra il partito e gli otto dem che formano la minoranza in Consiglio regionale (insieme ai Progressisti e agli M5s). Il vice dimissionario sostiene che la sua richiesta di concertazione è rimasta inascoltata e anche per questo ha deciso di lasciare l’incarico. La decisione del passo indietro sarà comunque oggetto di un confronto nella riunione dell’Assemblea regionale che Cani dovrebbe convocare per il 9 novembre, a Su Baione (Abbasanta). In quell’occasione, come nelle intenzioni ribadite dalla Direzione agli inizi di ottobre, il partito sardo si avvia verso la fase congressuale. È molto probabile che le urne delle primarie tornino ad aprirsi in Sardegna già durante l’inverno. la data più probabile è febbraio 2020.