Sardegna arancione, disperata mossa: ecco i 30 posti letto a scoppio ritardato

Di fatto una ammissione di colpa. Una ammissione di inefficienza. Perché solo oggi, dopo che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha declassato la Sardegna a zona arancione, la Giunta regionale ha attivato trenta nuovi posti letto di Terapia intensiva. A Sassari. In viale San Pietro. Saranno operativi dai prossimi giorni.

Dunque l’Esecutivo sardo tenta una disperata mossa per provare a riportare l’Isola in zona gialla. Anche perché i sardi hanno mal digerito il declassamento che, su tutto, comporta la chiusura di bar e ristoranti (possono restare aperti sono per l’asporto, qui tutte le restrizioni). E il motivo della rabbia dei cittadini non è certo contro Roma, visto che l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha fatto il proprio dovere nell’assegnare all’Isola un preciso grado di rischio in base ai dati ricevuti.

Come noto, sono tre i fattori che hanno determinato la retrocessione della Sardegna nella fascia arancione. Intanto: sono diventati troppi i focolai di Covid-19 che si contano nell’Isola. E soprattutto le Rsa sono di nuovo in piena emergenza, con tutto ciò che ne consegue in termini di gestione sanitaria. Perché tanto più si è avanti con l’età, tanto maggiore è il rischio di finire in Terapia intensiva. Ma negli ospedali sardi i posti letto in Rianimazione per la cura del virus sono pieni, come confermato anche dall’assessore alla Sanità, Mario Nieddu: il tasso di occupazione è al 31 per cento, contro il 30 di soglia massima consentita. Si aggiunta che il numero di contagi per 100mila abitanti è passato in una settimana da 1.007 a 1.063. Pari a un più 4,6 per cento.

Quindi: mettendo insieme l‘esposizione al Covid-19 degli anziani che vivono nelle Rsa unita allo sforamento sui posti letto di Terapia intensiva, ecco il mix su cui l’Iss e Speranza hanno allungato la scure. E non certo per antipatia, ma perché esiste un pericolo reale di tenuta del sistema sanitario. Il che significa un potenziale problema di mancata assistenza ai cittadini.

Proprio per colmare questo vuoto di cui è responsabile solo la Giunta Solinas, oggi il presidente Christian Solinas e l’assessore Nieddu si sono precipitati a Sassari per attivare i posti letto. In questo modo quel 31 per cento di occupazione delle Rianimazioni è destinato a scendere e la Sardegna può essere di nuovo collocata nella fascia gialla, anche perché l’Rt è a 0.97. Ovvero un valore in linea con questo gruppo. Sulla misurazione dell’indice di contagio, infatti, la zona arancione scatta quanto l’Rt è compresa tra 1 e 1,24. Da 1,25 in su si passa all’area rossa.

Nell’ordinanza di Speranza è scritto che la Sardegna deve stare nella zona arancione per due settimane. Ma sono previste revisioni della classe di appartenenza. In questo scenario, visto che precedente della Lombardia ha corretto i dati e ottenuto nel giro di una settimana l’uscita dal gruppo rosso, non si può escludere che lo stesso trattamento venga riservato alla Sardegna.

Eppure oggi, quando Speranza ha ufficializzato il passaggio della Sardegna in zona arancione, Solinas ha gridato al “paradosso”, dicendo che la Giunta avrebbe agito per “vie legali”. Invece il presidente è corso a Sassari con Nieddu per provare a mettere una pezza alla grande disorganizzazione della sanità sarda.

Alessandra Carta
(@alessacart)

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