Rimpasto, ipotesi probabile: Sardegna 20Venti fuori, Lega salva e Riformatori declassati

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

Lega salva, Sardegna 20Venti fuori dalla Giunta, raddoppio dell’Udc e Riformatori ‘declassati’ in un assessorato minore, ma comunque dentro la squadra di governo. Sembra questo lo scenario più probabile nella partita del rimpasto in Giunta. Questo pomeriggio a Villa Devoto cominciano gli incontri preparatori che nel giro di pochi giorni dovrebbero portare alla staffetta, passato quasi un anno dalla promessa di un’aggiustatina fatta da Christian Solinas a maggio 2021.

Nella sede della presidenza, le delegazioni dei partiti sfileranno sino a domani, riporta l’Ansa. Come da copione concordato nel vertice di maggioranza della scorsa settimana, i cambi di assessori saranno minimi e verranno preceduti dalla firma di un patto di fine legislatura. Ovvero un pacchetto di macrotemi su cui far convergere l’azione politica da qui a febbraio 2024, quando l’Isola tornerà alle urne per le Regionali. Anche perché il centrodestra al governo della Sardegna dal 2019 si è distinto soprattutto per lentezza e soluzioni pasticciate.

Con il rimpasto quasi al traguardo, Solinas ha deciso di salvaguardare le caselle del principale alleato, quella Lega fortissima nel 2019 e da cui il governatore ha ottenuto tre anni fa la candidatura. Allora il ‘re’ del partito era Matteo Salvini che con Solinas, però, non tratta più come un tempo. In quota Carroccio, l’interlocutore privilegiato del presidente sardo è diventato il parigrado veneto, Luca Zaia. Ma visto che il partito è lo stesso, il governatore non vuole ridimensionare il principale alleato. Anche perché non si può escludere una corsa bis di Solinas in Parlamento alle Politiche del 2023, malgrado ora possa apparire un’ipotesi remota.

Oggi la Lega guida tre assessorati con Mario Nieddu (Sanità), Valeria Satta (Personale) e Giorgio Todde (Trasporti) in più ha la presidenza del Consiglio, in mano all’algherese Michele Pais. Questo a fronte di sette consiglieri che erano otto a inizio legislatura, prima che dicesse addio Sara Canu. Ma nessuna delle quattro caselle verrà toccata da Solinas.

Per dare il secondo posto in Giunta all’Udc – che da tre scranni in Aula è passato a sei -, Solinas guarda ai piccolini della coalizione. Quasi con certezza sarà Sardegna 20venti a perdere l’Industria, oggi in mano ad Anita Pili. A meno che il governatore, se i suoi saranno d’accordo, non mandi via Gabriella Murgia dall’Agricoltura per lasciare al partito di Stefano Tunis la rappresentanza nell’Esecutivo.

Resta il fatto che la quote femminili andranno rispettate: le donne in Giunta dovranno continuare a essere almeno quattro su dodici, cioè un terzo. Ragion per cui sia che salti la Pili o che venga silurata la Murgia, andrà nominata un’altra donna. E siccome Giorgio Oppi ha chiesto e ottenuto il posto nell’Esecutivo per Gian Filippo Sechi o per Pietro Moro (ex Sardegna 20Venti), è probabile che siano i Riformatori a mettere la quarta casella femminile.

Sempre per rimanere nel campo dei liberal democratici, oggi il partito di Massimo Fantola timona i Lavori pubblici, delega considerata troppo pesante per i due soli consiglieri rimasti nel partito dopo la fuga di Alfonso Marras e Giovanni Antonio Satta a gennaio 2021. La doppia perdita era stata in parte compensata con l’arrivo nel gruppo della ex leghista Canu, ma pure lei ha detto addio. In virtù di questo squilibrio, ai Riformatori, oggi in Aula con lo stesso Salaris e Michele Cossa, verrà affidato un assessorato minore, come per esempio l’Industria, ecco perché la Pili ha più possiblità di tornare a casa rispetto alla Murgia.

Non solo: la delega all’Agricoltura significa anche la pastorizia. Proprio grazie alla battaglia sulle quote latte, nel 2019 il centrodestra si è portò dalla sua i voti degli allevatori. Questo per dire che Solinas scaricherà la Murgia come ultima spiaggia. Si aggiunga il fatto che Sardegna 20venti è rappresentata in Aula solo da Tunis. Vuol dire che nel caso di un’eventuale rottura con Solinas, per il presidente sarebbe il danno minore perdere un solo voto.

Domani si capirà qualcosa in più. Il bandolo della matassa è la delega che otterrà l’Udc. Oppi potrebbe chiedere l’Ambiente, attualmente in mano ai Fratelli d’Italia con Gianni Lampis. Se gli Fdi accetteranno, potranno andare loro ai Lavori pubblici che sono una delega pesante, visto che l’assessorato ha pure la super visione di Abbanoa. A quel punto i Riformatori metterebbero la donna all’Industria, a meno che lo stesso partito di Giorgia Meloni non punti sulla coordinatrice regionale Antonella Zedda e sia lei a entrare al posto di Lampis. A quel punto i liberal democratici potrebbero indicare anche un uomo.

Nulla osta che le donne in Giunta diventino cinque. Ma a vedere l’offerta del centrodestra in tema di assessori, è difficile che l’Esecutivo sardo superi la quota minima di rappresentanza femminile.

Il rimpasto alle porte non dovrebbe interessare né i due di Forza Italia, Alessandra Zedda (Lavoro) e Giuseppe Fasolino (Programmazione). Né i sardisti Gianni Chessa (Turismo) e Quirico Sanna (Enti locali e Urbanistica). Nessuna variazione in vista neppure per Andrea Biancareddu, la quota Udc titolare di Pubblica istruzione e Cultura.

Alessandra Carta

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