Le mani bucate di Cappellacci: alle partecipate 446 milioni in due anni

Tra 2012 e 2013 la giunta Cappellacci ha speso 446,1 milioni per ripianare i buchi delle partecipate, compresi 591mila euro di compensi ai manager.

Ammontano a 445.558.477,36 euro le risorse che la giunta di Ugo Cappellacci ha assegnato, nel biennio 2012-213, alle partecipate della Regione “al di fuori di un rapporto contrattuale di servizio”. Cioè dando soldi con la sola finalità di ripianare i buchi di bilancio, visto che si è trattato di società “in perdita o addirittura in stato di liquidazione”. E ancora: per pagare i commissari incaricati di chiudere le partecipate, sono stati spesi 591.389 euro. Fanno in totale 446,1 milioni.

Dati e numeri sono scritti nella relazione della Corte dei conti che questa mattina a Cagliari ha illustrato vizi (molti) e virtù (poche) del Bilancio 2013. Ovvero, l’ultimo approvato dal centrodestra e contro il quale i giudici contabili hanno mosso tutta una serie di rilievi affermando che “non è procrastinabile un intervento di riordino della macchina amministrativa”. Non solo: rispetto a quelle risorse dirottate sulle partecipate, la Corte ipotizzata la violazione delle regole comunitarie, nel caso in cui i 445,5 milioni si “configurassero come impropri regimi di aiuto”. E questa verifica spetterà all’Unione europea.

Nel perimetro che invece interessa strettamente la Corte, cioè gli effetti nel contesto sardo, ecco le manchevolezze della Regione sotto il governo del centrodestra. E sono quattro le segnalazioni più importanti sulla gestione delle partecipate dal relatore Roberto Angioni: “Mancato rispetto della delibera 11/1 del 26 febbraio 2013” che aveva fatto divieto alla Giunta di “trasferire risorse a società che abbiano registrato perdite negli ultimi tre anni”. Questo, appunto, per “non alterare gli obblighi di tutela della concorrenza”. Ancora: “Assenza e frammentarietà di elementi informativi nella banca dati”. Terzo: “Alcune società – continua il documento – non sono presenti nella piattaforma web Amministrazione trasparente”. Quarto: la Corte ritiene che non sia stata presa in considerazione “l’opportunità di mantenere (o meno) le partecipazioni”, a differenza di quanto stabilito nella stessa delibera 11/1.

Nel dettaglio, il dito dei giudici contabili è stato puntato intanto contro SardegnaIT, la società creata, con il 100 per cento di capitale regionale, per innovare i servizi tecnologici e finita di recente al centro di un’indagine della Procura di Cagliari per turbativa d’asta in relazione al trasferimento degli uffici nelle torri dell’imprenditore-editore Sergio Zuncheddu, in viale dei Giornalisti, a Cagliari. Su SardegnaIT la Corte rileva “un incremento dei costi sia negli organi di amministrazione che in quelli di controllo”.

C’è poi il caso dell’Arst, l’azienda del trasporto pubblico. “Forti dubbi di legittimità – è scritto ancora nella relazione – sussistono nella delibera 53/62 del 20 dicembre 2013, relativamente alle modalità con cui è stata determinata la retribuzione dell’amministrazione unico”, un compenso “di fatto sganciato dal raggiungimento di qualsiasi obiettivo, anche per la parte variabile, attribuita anzi in misura minima garantita”.

C’è poi il Bic Sardegna, ovvero lo sportello di orientamento imprenditoriale nel quale risulta disapplicata la delibera 39/17 del 26 settembre 2012 “con cui si sollecitava la trasformazione degli organi di amministrazione secondo una composizione monocratica”.

Rispetto a quegli oltre 445,5 milioni dati alle partecipate e contestati dalla Corte dei Conti, questa è la divisione per anno: 236.367.636,21 nel 2012 e 208.190.841,15 nel 2013. Quanto ai quasi 600mila euro di compensi ai commissari liquidatori, 297.976 euro sono relativi al 2012 e 293.413 euro al 2013.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che era presente all’adunanza insieme alla sua Giunta, ha detto: “È un nostro pubblico impegno quello di riorganizzare la macchina regionale che negli anni è stata caricata di molti ruoli di gestione, e non tutti ragionevoli, malgrado lo Statuto speciale che ci assegni straordinarie competenze. Serve una manutenzione profonda, non solo nella Regione stessa, ma anche nell’ottica di reimpostare i rapporti con Enti, Agenzie e società partecipate”.

Pigliaru, come già aveva fatto l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, il primo a parlare tra gli esponenti della Giunta, ha assicurato “la massima disponibilità a costruire rapporti di leale collaborazione con la Corte dei Conti”. La presidente Anna Maria Carbone Prosperetti ha chiuso l’adunanza rompendo in qualche modo il protocollo: “Vedo – ha detto rivolgendosi agli assessori presenti – che siete motivati al buon governo, non avete bisogno di essere spronati”.

Per la Giunta, oltre a Pigliaru e a Paci c’erano Luigi Arru (Sanità), Gianmario Demuro (Riforme e Affari generali), Cristiano Erriu (Urbanistica ed Enti locali) e Claudia Firino (Pubblica istruzione e Cultura). Tutti torneranno nella sede della Corte in via Angius il 4 luglio per la parifica del Bilancio 2013 che sarà illustrato con una nuova relazione.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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