Legge suini, Pd e Pds uniti: “Valorizzata la razza sarda e lotta alla peste suina”

“Nessuno dovrà smettere di allevare maialetti per la vendita o il consumo familiare”. È il messaggio lanciato dal centrosinistra in risposta alle polemiche nate dopo l’approvazione della legge regionale sul comparto dei suini. Il chiarimento è stato fornito dal presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd), nel corso di una conferenza stampa a cui ha anche l’assessore all’Agricoltura, Pier Luigi Caria, e il capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu.

Lotto, che è il firmatario della legge approvata il 2 agosto quasi all’unanimità (si sono astenuti solo i Fratelli d’Italia, ma per un fatto tecnico legato all’impossibilità di firma della legge da parte di tutti i capigruppo), ha detto: “La norma approvata ha l’obiettivo di rilanciare il settore, non punire gli allevatori”. Lotto ha elencato i punti su cui è stata costruita la legge 28: lotta alla peste suina, rilancio degli allevamenti, avvio di un programma di formazione e professionalizzazione degli operatori, valorizzare i prodotti e il suino di razza sarda. “In buona sostanza – ha spiegato – le previsioni per il futuro dicono che non cambierà nulla per i circa sedicimila allevamenti in Sardegna. Questo perché il grosso del settore è rappresentato dai 15mila che hanno scelto di registrarsi come attività con riproduttori. Mentre 314 hanno optato – secondo lo schema illustrato dal Pd – allevamenti fino a un massimo di quattro capi e senza riproduttori. Altri 429 hanno preferito la “riproduzione a ciclo aperto”, allevamenti con suini riproduttori. “Se è necessario – ha aggiunto Lotto – siamo comunque pronti a modificare qualcosa, ma il senso della legge è molto chiaro. Potremmo specificare questo punto. Non possiamo obbligare nessuno alla vendita, ma creiamo i presupposti perché possano vendere”.

Questi dettagli potrebbero essere inseriti nelle direttive di attuazione. “I 314 allevatori – ha ribadito l’assessore Caria – sono già per loro scelta nel limite ribadito dalla legge. Non c’è nessuno cambiamento rispetto al passato. La legge si inserisce nel quadro di una lotta alla peste suina per aggredire il mercato interno di 500 milioni: solo un terzo è nostro. Non solo: noi vogliamo arrivare ad esportare i nostri prodotti”. Così Gianfranco Congiu (Pds): “Mai contro la tradizione: non vedo bene un ritorno in commissione, si può essere stringenti con le delibere di attuazione: la legge è chiara, consente di valorizzare il lavoro di chi opera con qualità e sicurezza”.

Nel corso della conferenza stampa sono stati forniti anche i nuovi dati sulla peste suina: due focolai sono stati riscontrati dalla Asl di Lanusei e altrettanti da quella di Nuoro. L’aggiornamento è relativo alla data di ieri, 22 agosto. In generale le tabelle mostrano un netto abbassamento negli ultimi cinque anni del numero di focolai cosiddetti primari: nel 2013 erano 48, ora sono appunto quattro. Le cifre si riferiscono agli oltre 15mila allevamenti, soprattutto in piccole aziende per autoconsumo familiare. L’anno più difficile è stato il 2013 con ben 109 focolai tra primari e secondari (cioè quelli contagiati).

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