La Provincia Gallura fa litigare il Pd. Meloni ai ‘suoi’: “Sceneggiata in Aula”

La Provincia Gallura fa litigare il Pd. È finita così, appena prima delle 22, la lunga maratona che in Consiglio regionale avrebbe dovuto portare alla istituzione – per la seconda volta – dell’ente intermedio di Olbia-Tempio. Perché così a settembre si erano accordati i capigruppo della massima assemblea sarda accogliendo un lungo lavoro di cucitura portato avanti da Giuseppe Meloni, dem di Loiri Porto San Paolo, uno dei galluresi dell’Aula, primo firmatario della proposta di legge all’esame per due giorni nel palazzo di via Roma. Inutilmente.

A isolare Meloni, sino a ottenere il rinvio della discussione a mercoledì prossimo, sono stati proprio i compagni di partito dell’esponente gallurese. Lo scontro, durissimo, è andato avanti per ore. Il gruppo degli anti-Meloni non si è formato a caso. Ad affossare, dentro il Pd, la Provincia di Olbia-Tempio, sono stati i rappresentanti degli altri territori che sarebbero rimasti a bocca asciutta. Ovvero il Sulcis, il Medio Campidano e l’Ogliastra, tutte zone che il titolo di ‘provincia’ lo hanno perso insieme alla Gallura nel 2016, con la legge 2.

In quota Carbonia-Iglesias, ha combattuto contro Meloni il capogruppo Pietro Cocco; per il Medio Campidano – e sempre in chiave anti-Gallura – si è battuta Rossella Pinna; la difesa dell’Ogliastra l’ha portata avanti Franco Sabatini. Al terzetto si è unito, per ragioni diverse, Luigi Lotto, che da sassarese ha tutto l’interesse a non far uscire la Gallura dall’orbita di Sassari. La strategia dei quattro è stata chiara fin da subito. In sintesi: o vengono nuovamente istituite tutte le nuove province cancellate nel 2016 o solo la Gallura non passa. Come nel disegno del fronte trasversale che per due giorni ha dettato la linea in Aula (leggi qui).

Meloni, però, non è rimasto a guardare. Conclusa la seduta ha diffuso un comunicato al vetriolo. Il consigliere non ha fatto nomi. Ma per chi ha seguito i lavori dell’Aula, è facile intuire che nella nota si sia riferito proprio a Cocco, Pinna, Sabatini e Lotto, in un crescendo di accuse. “La proposta di legge per il Nord Est della Sardegna – è scritto nell’incipit – ha subìto un grave rallentamento. Principalmente per due motivi: intanto molti miei colleghi di partito hanno pensato – errando – di potersi lavare la coscienza davanti ai loro stessi elettori e hanno presentato, al solo fine di bloccare la Gallura, proposte che mai avevano avanzato in questi due anni e che vanno nella direzione opposta a quanto da loro stessi votato, con la legge 2, anche a discapito dei loro territori di provenienza”.

Il gallurese del Pd rincara poi la dose e, riferendosi sempre ai colleghi di partito, aggiunge: “Hanno perfidamente pensato di poter poter danneggiare dei diretti concorrenti nella corsa a un seggio di consigliere regionale nella prossima tornata di febbraio, quali appunto possono essere i candidati Pd di Olbia-Tempio. Ma dimenticano i sondaggi: è noto a tutti che in Gallura il Partito democratico risulta più avanti rispetto ad altre circoscrizioni elettorali, come appunto Sassari, il Sulcis, il Medio Campidano e l’Ogliastra, dove il Pd è in difficoltà”.

Meloni incalza ancora: “I colleghi che oggi (ieri sino alle 22, ndr) hanno fatto questa vergognosa sceneggiata sbagliano di grosso, se pensano che gli elettori della Sardegna tutta, e anche i loro stessi elettori, abbiano l’anello al naso e non sappiano distinguere tra chi conduce battaglie vere e convinte, e chi cerca invece di galleggiare per cinque anni con l’unico intento di mantenere ben salda una comoda poltrona. Spero che i prossimi giorni servano, quantomeno a quei colleghi dotati di buon senso, di rivedere questo assurdo atteggiamento che mortifica loro stessi e la Gallura, un territorio che ha sempre dato e continua a dare tanto alla Sardegna”.

Difficile, in un clima così infuocato, fare previsioni su cosa potrà succedere mercoledì prossimo in Consiglio regionale, quando la seduta è stata riconvocata per decidere sul destino della Gallura. Di certo nessuno può dimenticare che lo scorso settembre, in audizione nella commissione Riforme presieduta da Francesco Agus (Progressisti di Sardegna), venne siglato un patto tra gentiluomini. I ventisei sindaci del territorio, arrivati a Cagliari insieme a sindacalisti e dirigenti delle associazioni di categoria, ottennero ampie rassicurazioni sulla ri-istituzione della Provincia, proprio per via degli indicatori economici che fanno di Olbia-Tempio una locomotiva economica. Quel patto, al momento, è stata disatteso. Tra sette giorni, la prossima puntata. L’ultima possibile. Perché poi il Consiglio entra nel ‘riposo forzato’ pre-elettorale.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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