Il vuoto politico lasciato da Oppi, ecco chi si candida a diventare il partito di centro

Adesso giocano a carte scoperte, Antonello Peru e Stefano Tunis, dopo le prove di alleanza alle Politiche di settembre 2022. L’uno, di Sorso, guarda ai voti del Sassarese; l’altro, cagliaritano con residenza a Pula, punta all’elettorato del capoluogo e dintorno. Ma siccome da soli non andrebbero da nessuna parte, ecco l’idea di dare vita a un nuovo partito di centro con chiaro obiettivo di racimolare consenso dove gli eredi di Giorgio Oppi latitano. Questo, almeno, negli obiettivi dei due fondatori di ‘Sardegna al centro 20venti’.

Serve una premessa per capire il progetto politico a misura di Regionali 2024. Peru e Tunis rappresentano due storie politiche non prive di ombre, per ragioni diverse. Peru, addirittura, da quasi un anno è fuori dal Consiglio regionale, sospeso per via della legge Severino sull’anti-corruzione: ad aprile 2022 è stato condannato a cinque anni e sei mesi per tentata concussione. “Ha utilizzato la carica pubblica per fini privati”, aveva tuonato nella requisitoria il Pm, a cui il giudice di primo grado ha dato ragione. Da allora, in ogni caso, non si è mai allontanato dal Palazzo: sempre agitando la bandiera di ‘Sardegna al centro’, versione isolana del partito fondato dal governatore ligure Giovanni Toti, il sorsese Peru, ex di Forza Italia, ha continuato a inviare comunicati e a fare conferenze stampa con Tunis. L’altro giorno l’ufficialità del nuovo partito.

Tunis, dal canto suo, è un figliol prodigo rimasto senza padrino: Emilio Floris, l’ex sindaco di Cagliari, guardava a lui come nuovo erede e anni fa lo sponsorizzò sino a farlo diventare direttore di Aspal, l’agenzia regionale per il lavoro. Poi i rapporti tra i due si sono raffreddati. Ma Tunis è stato scaricato soprattutto da Domenico Gallus e Pietro Moro, gli altri due consiglieri regionali eletti nel 2019 con ‘Sardegna 20venti’, movimento fondato da Tunis qualche tempo prima.

Adesso, con le Regionali quasi alle porte, Peru e Tunis non solo stanno cercando di costruire la riconferma nella massima assemblea sarda, ma hanno tutto l’interesse ad anticipare le mosse dell’Udc e degli orfani politici di Oppi. Del resto, nello scudo crociato non si stanno facendo sentire. Vero che Andrea Biancareddu, attuale segretario regionale al posto del leader defunto, è impegnato a fare l’assessore alla Pubblica istruzione. Ma le fila sono sono tutt’altro che serrate: Giulio Steri, anche lui ex consigliere regionale, insieme ad altri centristi ha dato forma a un movimento politico che guarda al centrosinistra; Peru e Tunis, invece, già alle Politiche dell’anno scorso avevano provato a fare le scarpe a Biancareddu.

Al momento non è possibile quantificare il consenso di ‘Sardegna al centro 20venti’. Di sicuro i competitor in quell’area politica sono numerosi: a metà tra destra e sinistra, dal 1993 ci sono i Riformatori sardi che alle Regionali del prossimo anno, malgrado il ramoscello d’ulivo teso da nuovo segretario del Pd, Piero Comandini, a Christian Solinas hanno votato la fiducia due settimane fa, respingendo la mozione presentati dallo stesso Partito democratico insieme a Progressisti e M5s.

Lo sbarco al centro lo stanno costruendo insieme pure Carlo Calenda e Matteo Renzi che dalle rispettive cabine di regia, Azione e Italia Viva, si preparano a tenere a battesimo un partito unico a partire dall’autunno. E la voglia di rappresentare l’elettorato moderato potrebbe non finire le bandieri di partiti e partitini che in qualche modo non si sentono né conservatori né progressisti.

Alle Regionali del 2024 mancano dieci mesi. Stavolta, più di altre tornate elettorali, la macchina delle alleanza sembra essersi accesa con largo anticipo. Difficile dire se sia un bene o un male. Di certo per ora non c’è nulla di nuovo ma solo il tentativo di dare una pennellata di vernice a nomi e progetti vecchi come il cucco. (al. car.)

[Foto Facebook]

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