Il giorno è arrivato. Oggi Antonello Cabras, ex senatore del Partito democratico ed ex presidente della Regione, diventerà il presidente della Fondazione del Banco di Sardegna. Si conclude così – nel silenzio dello stesso Cabras e di tutti gli altri protagonisti – il percorso annunciato da mesi ed emerso pubblicamente poche settimane dopo le elezioni Politiche e la “non vittoria” del Partito democratico. Un percorso definito da autorevoli esponenti democratici (da Arturo Parisi a Stefano Fassina a Guido Melis) ora “inopportuno”, ora “autolesionista”: una perfetta sintesi dei comportamenti che alimentano il distacco dei cittadini dalla politica.
La notizia della staffetta al vertice della Fondazione tra Antonello Arru (passato alla guida dell’Istituto bancario) e Cabras era emersa nei giorni dello scandalo del Monte dei Paschi di Siena, cioè quando il dibattito sulle “relazioni pericolose” tra partiti e banche era in pieno svolgimento. I critici sottolineavano che il passaggio diretto dal Parlamento alla guida della Fondazione era inopportuno e tra l’altro contraddiceva la “Carta delle Fondazioni” approvata il 4 aprile del 2012 dall’Acri, l’associazione nazionale nella quale si riconoscono le fondazioni e le casse di risparmio. Il documento sottolinea l’autonomia e la terzietà delle Fondazioni come centrale nello svolgimento del loro ruolo sociale: non solo come principio fondante, ma come strumento e modalità attuativa.
Un paragrafo della Carta è dedicato in particolare alla governance per affermare che gli amministratori delle Fondazioni non solo devono essere competenti e autorevoli, ma anche che che le procedure di nomina devono essere trasparenti. E distanti dalla politica. “Al fine di salvaguardare la propria indipendenza ed evitare conflitti di interesse – si legge nella Carta – la partecipazione agli organi delle Fondazioni è incompatibile con qualsiasi incarico o candidatura politica (elettiva o amministrativa). E poi: “Le Fondazioni individuano le modalità ritenute più idonee per evitare l’insorgere di situazioni di conflitto di interessi, anche ulteriori rispetto alle predette fattispecie. Individuano inoltre opportune misure atte a determinare una discontinuità temporale tra incarico politico svolto e nomina all’interno di uno dei loro organi. La disciplina di eventuali ipotesi di discontinuità tra cessazione dalla Fondazione e assunzione successiva di incarichi politici (elettivi o amministrativi) è rimessa alla sottoscrizione di ‘impegni morali’ o alla stesura di un ‘codice etico”.
L’ter della nomina di Antonello Cabras non pare aver seguito queste indicazioni. L’uscita dal Senato avviene quando già si parla del suo passaggio alla guida della Fondazione del Banco di Sardegna. Segue, all’inizio dello scorso aprile, quando la polemica è già abbondantemente scoppiata, la sua cooptazione nel “comitato di indirizzo“, l’organo che elegge il presidente. Due settimane dopo, Arru diventa il presidente dell’Istituto bancario. Nelle more della nuova nomina la presidenza della Fondazione dal vicepresidente Franco Mannoni. Oggi il passo finale.
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