Guido Melis: “Il Pd e la scelta di Cabras? Siamo al masochismo”

Guido Melis, docente universitario, deputato uscente del Partito democratico,  è stato tra i primi a lanciare su Facebook la “rivolta” contro la designazione del suo ex collega parlamentare Antonello Cabras alla guida della Fondazione del Banco di Sardegna. Parole durissime, che hanno colpito ancora di più perché dette da un uomo pacato, che non ama i toni alti e i gesti plateali. E che, pur critico verso l’organizzazione e la gestione delle “parlamentarie”, era stato tra i sostenitori di Pierluigi Bersani alle primarie.

Onorevole Melis, lei si è detto ‘esterrefatto’ per la nomina di Cabras e ha posto una domanda: quanti voti vogliamo ancora regalare a Grillo?

“Confermo il sentimento e il quesito: sono esterrefatto e molto preoccupato per il futuro del Partito democratico. Sia chiaro, non sono un’anima bella e so bene che al vertice di molte fondazioni ci sono politici o ex politici. Ma, in questo caso, l’ex è ‘caldissimo’ e arriverebbe alla guida della Fondazione senza alcun passaggio intermedio che l’abbia in qualche modo ‘raffreddato’. Siamo in una fase eccezionale: il famoso ‘tsunami’ di Grillo è stato determinato da questioni di carattere etico, dal rifiuto di una politica vista come pure occupazione del potere. Il Pd ha perso a favore del Movimento 5 Stelle oltre tre milioni di voti. Un quadro che dovrebbe suggerire, anche nel nostro interesse, maggiore attenzione e senso di responsabilità. Scelte come quella di Cabras creano danni enormi al Pd, al centrosinistra, alla loro credibilità. E’ una scelta masochistica. Per questo, lo ripeto, sono esterrefatto”.

E’ però difficile credere che personalità politiche di tanta esperienza non abbiano previsto che le reazioni sarebbero state negative. Eppure sono andate avanti. Evidentemente la posta in gioco è così alta che vale la pena di sopportare un po’ di attacchi…

“Se questo è il ragionamento che è stato fatto, siamo in presenza di un’assoluta autoreferenzialità. Perché manca qualunque visione del bene comune e si privilegiano i propri interessi privati, che vengono anteposti a quelli del partito. E si dimentica che i dirigenti sono responsabili nei confronti dei cittadini che votano. E che ora più che mai ci guardano e ci chiedono coerenza”.

Dai vertici del Pd isolano non è arrivata alcuna reazione ufficiale, ma viene fatta filtrare una considerazione che ruota attorno al fatto che a indicare Antonello Cabras non è stato il Partito democratico…

“Non ci si può nascondere dietro una finzione giuridica. Lo sappiamo che chi siede nel consiglio della fondazione è espressione di vari enti, ma vediamo anche le cose che accadono: uno entra da un parte, ed esce dall’altra. Personalità dal curriculum simile, appartenenti allo stesso partito e a volte alla stessa corrente…”.

Secondo lei cosa dovrebbe fare il Pd a questo punto?

“Dovrebbe chiedere a Cabras di fare un passo indietro e poi sostenere per la presidenza della fondazione una personalità eminente della cultura e delle società civile. il presidente della Fondazione non dev’essere un banchiere, perché ha il compito di coordinare e promuovere delle politiche sociali e interventi a sostegno della cultura. Deve recepire le istanze della società e individuare la direzione più opportuna dove indirizzare i finanziamenti…

Secondo lei c’è qualche possibilità che il Pd chieda a Cabras il ‘passo indietro’?

“Non so. So però che si sta giocando una partita decisiva. E che sono esterrefatto non solo per quest’ultima vicenda, ma anche per la faciloneria con la quale il gruppo dirigente regionale ha commentato il voto, ignorando che è stato l’ultimo campanello d’allarme prima di una crisi mortale. Quando si è superati da un movimento appena nato come quello di Beppe Grillo, significa che si è in presenza di una crisi profonda del radicamento del partito. E ci vuole uno scatto di reni immediato, altrimenti si prende in modo irreversibile la strada del declino…”

In cosa dovrebbe consistere secondo lei questo ‘scatto di reni’?

“Uno dei terreni fondamentali è proprio quello dell’etica e della trasparenza. Si deve tornare all’idea del 2007, al ‘partito dei cittadini’. Un partito dove tutti assieme si cerca di dare una risposta alle esigenze di trasformazione della politica. Esigenze che Grillo non è in grado di soddisfare, e credo che il tempo ci darà ragione. Ci sono in quanto dice anche delle posizioni reazionarie. Leggevo dell’allarme degli ebrei francesi per alcune posizioni assunte da Grillo in passato. e basta pensare a quanto ha appena detto di Mussolini la capogruppo alla Camera.Ho scritto poco fa un post su Facebook: le suggerisco alcuni libri di storia…”

Lei personalmente cosa pensa di poter fare?

“Da quello che mi consta sono in tanti nel Pd che stanno lavorando per reagire subito a questa situazione. Da parte mia sto preparando a Sassari per il 20 marzo una grossa iniziativa che potremmo definire “di autoconvocati”. Il titolo sarà: ‘Ora basta!’. Dove il ‘basta’ si riferisce a diverse cose e anche all’arroganza che tante volte diventa il tratto principale nella gestione delle istituzioni”.

Un dirigente del Pd della sua città, Sassari, ha detto che se la nomina di Cabras alla guida della Fondazione andrà avanti straccerà la tessera del partito. E lei?

“Non darei tutta questa importanza alle tessere, anche perché sappiamo come in certe situazioni viene fatto il tesseramento, acquistando pacchetti di tessere da intestare ad ‘anime morte’ che nemmeno sanno di averle. Il Pd è stato il mio primo partito e sarà anche l’ultimo. Ci credo ancora, ho svolto l’incarico di deputato e faccio parte di un organismo nazionale, il forum della pubblica amministrazione. Nel Pd ho conosciuto tante persone che la pensano come me, credo che sia questo il mio ‘mondo politico’ e voglio starci per cambiarlo. Non sono per gli atti eclatanti. Stracci la serra, e poi? Con la scelta dell’Aventino si perde sempre, come la storia ci insegna”:

Lei ha svolto un’intensa campagna elettorale. Ha avvertito quello che stava per succedere?

“Ho notato un grande cambiamento dalla fase delle primarie a quella della campagna elettorale. Ho girato molto per il territorio e, a parte il caso di Florinas dove c’era il sindaco candidato, e in parte il caso di Ozieri, ho trovato sale semivuote. Mediamente una trentina di persone, quasi tutte anziane e di sesso maschile. A Usini un vecchio quadro del partito, che era stato nel 1946 il primo segretario della Federazione giovanile comunista, a un certo punto ha gridato: ‘Parli più forte, perché qua siamo quasi tutti sordi’. Altro che camper! Credo che sia questa la battuta che meglio sintetizza la nostra campagna elettorale del 2013.

G.M.B.

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