Energia, Enel pensa alla chiusura della centrale del Sulcis

Alcune centrali elettriche della Sardegna potrebbero andare incontro alla chiusura. A spiegarlo è stato Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, intervenuto durante un’audizione della commissione Attività produttive della Camera, appuntamento inserito nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla “strategia energetica nazionale e sulle principali problematiche in materia di energia”. L’ad della società ha sottolineato le criticità di alcuni impianti presenti in Sardegna; il sito di produzione del Sulcis sarebbe antieconomico e destinato alla chiusura. Una decisione che finirebbe per aumentare la crisi occupazionale in uno dei territori più depressi del Paese. “In questo momento credo che non si possa nemmeno immaginare di chiudere la centrale elettrica del Sulcis. Le parole di Conti si riferiscono ad un ragionamento sul medio periodo e non avranno nessuna ricaduta nell’immediato”, così Emanuele Cani, deputato sulcitano del Pd e componente della commissione Attività produttive, ha cercato di ridimensionare l’analisi svolta dall’amministratore delegato di Enel.

“Siamo di fronte ad un vero e proprio attentato all’autonomia energetica di un’Isola. Conti non conosce le più elementari regole di approvvigionamento di una regione insulare e confonde il governo dell’energia elettrica con una sorta di gestione coloniale. Questo atteggiamento va respinto in tutte le forme, sul piano tecnico, giuridico e giudiziario. Tale atteggiamento di Enel è alla base delle denunce fatte dalla stessa commissione europea e denota il tentativo palese di mettere sotto scacco l’intero popolo sardo e le sue imprese”, queste le durissime considerazioni di Mauro Pili, deputato di Unidos impegnato da sempre in una lotta contro la società energetica. La multinazionale italiana – come confermato in Commissione – è costretta però a rivedere la propria strategia nazionale a causa dei vincoli imposti dall’Unione Europea. La crociata contro il carbone e la normativa sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica rischiano di deprimere ulteriormente i mercati interni. Lo scenario sardo è ulteriormente complicato dalla dipendenza energetica dell’Isola nei confronti del Continente. Conti ha però confermato l’esistenza di investimenti per migliorare l’affidabilità della rete sarda e implementare la qualità dell’alimentazione. È infatti allo studio un nuovo collegamento sottomarino per unire la Sardegna alla Toscana via Corsica, che Terna – proprietaria della rete di trasmissione nazionale – ha programmato per rafforzare l’attuale collegamento che risale al 1967. “Il potenziamento del cavo – spiega l’azienda partecipata da Enel – lungo 318 km di cui 272 sottomarini, verrà realizzato con un investimento di circa 520 milioni di euro. Il progetto ha l’obiettivo di sfruttare al meglio la capacità di produzione da fonti rinnovabili della Sardegna e di rendere più sicuro il sistema elettrico dell’Isola”. La nuova Giunta regionale avrà ora il compito di fornire di un Piano energetico la Sardegna, normativa ancora assente dall’ordinamento regionale. Lo Statuto regionale consente di emanare leggi in materia di produzione e distribuzione dell’energia elettrica.

Matteo Mascia

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