Discoteche aperte: bugie e retroscena. Ordinanza Solinas prima di voto in Aula

L’11 agosto Christian Solinas ha firmato l’ordinanza numero 38, sulla riaperture delle discoteche, prima che il Consiglio regionale, quello stesso giorno, approvasse il documento che impegnava “la Giunta regionale a sentire il Comitato tecnico-scientifico” per “valutare l’opportunità di adottare atti idonei a rendere possibile l’apertura di tali esercizi”. Atti istituzionali alla mano c’è la prova che esiste una differenza di un’ora. Il presidente della Regione aveva firmato l’ordinanza alle 21.26, mentre l’Assemblea votò l’ordine del giorno – così si chiama quel provvedimento – alle 22.25. Significa che Solinas non si era preso la briga di aspettare che i consiglieri della Sardegna si esprimessero, il governatore aveva assunto la sua decisione a prescindere. Nulla di irregolare, se fosse andata solo così. Ma nella stessa ordinanza 38 figura una cosa che non torna. non vera. È scritto: “Visto l’ordine del giorno approvato”. Invece a quell’ora la seduta era ancora in corso. Il voto dell’Assemblea non c’era ancora stato.

Dunque col passare delle ore spuntano retroscena e anche bugie su cosa è successo l’11 agosto in Sardegna, quando tutta la politica era concentrata a fissare, a ridosso del Ferragosto, le regole sulla movida. Sardinia Post ha recuperato i documenti, i soli attraverso i quali si può capire cosa realmente è accaduto due mesi fa. Specie adesso che il dibattito politico si è infiammato e gli schieramenti si accusano a vicenda. Anche attraverso resoconti parziali, da tifoseria, con annessa omissione di atti. O, se si preferisce, con la sola diffusione di quelle carte utili a dimostrare la propria tesi, ma non i fatti oggettivi.

Serve una premessa. In Sardegna è con l’ordinanza numero 34 del 14 luglio che Solinas riapre le discoteche per la prima volta dopo il lockdown di marzo (qui il documento, l’articolo di riferimento è il numero 3). Quel primo atto ha validità sino al 31 luglio. Infatti in quella stessa giornata il presidente della Regione firma l’ordinanza numero 36 che proroga la 35  sino al 9 agosto (qui il documento). Ma l’attività delle sale da ballo resta fuori. Sulle discoteche c’è quindi un buco normativo regionale di undici giorni, perché in quello stesso 9 agosto arriva il nuovo atto del presidente che reitera solo le norme sugli ingressi in Sardegna (ordinanza numero 37). Sulle sale da ballo valgono invece le disposizioni del Dpcm, quindi tutto resta chiuso. Così  sino all’ordinanza numero 38, che arriva l’11 agosto e fa riaprire le discoteche dal 12.

Ovviamente, vista la delicatezza della decisione, Solinas lancia una richiesta di collaborazione alle opposizioni. Ovvero a Pd, Progressisti, M5s e Leu. La maggioranza di centrodestra chiede agli avversari la condivisione delle regole della movida. Il gesto sembra di grande maturità politica, invece col senno del poi viene fuori che è stata solo una presa in giro.

Come detto all’inizio, Solinas firma l’ordinanza 38 alle 21,26 (screenshot 1), mentre in Consiglio regionale i partiti litigano. Tanto che alle 20,19 il presidente dell’Aula, Michele Pais, sospende la seduta sino alle 21,55 (screenshot 2). Quindi nel palazzo di via Roma tutto si ferma. Il famigerato ordine del giorno non solo non è ancora discusso, non  nemmeno è ancora all’attenzione dell’Aula. Eppure Solinas ha già firmato l’ordinanza in cui parla di “odg approvato (screenshot 3)”.

Alle 21,55 , alla ripresa dei lavori, interviene il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, che tira in ballo l’ordine del giorno da votare. Il fedelissimo di Solinas dice: “L’odg che era stato preannunciato, è stato regolarmente presentato. Non solo: ci sono tutte le firme dei capigruppo di maggioranza e l’abbiamo distribuito anche alla minoranza, se erano d’accordo di poterlo firmare perché avevamo capito che c’è la volontà di poterlo firmare. La verità è che non l’hanno firmato tutti, perché questa è la verità, poi chi lo vuole votare lo può votare, altrimenti noi chiediamo, presidente, che venga messa in votazione”. Così testualmente si legge a pagina 244 nel resoconto della seduta dell’11 agosto (qui il documento completo)

Quando poco prima delle 22 in aula ricomincia il dibattito, il Consiglio regionale non ha ancora scelto cosa fare. Su quell’odg, che impegna la Giunta a decidere sull’apertura delle discoteche sentendo prima il parere del Comitato tecnico-scientifico, nessuna decisione è presa. Eppure, come detto, nell’ordinanza di Solinas si fa riferimento a un voto avvenuto. Non solo: nello stesso provvedimento del presidente è scritto che “in data odierna è stato acquisito il parere del Comitato tecnicio-scientifico”.

Si tratta di due cose in assoluta contraddizione. Di più: l’una nega l’altra. Perché Solinas dice per un verso che ha in mano il parere del Comitato tecnico-scientifico e poco sotto scrive che il Consiglio regionale gli ha dato il mandato di sentire lo stesso Comitato. Non solo: da un’ulteriore verifica di Sardinia Post è emerso che Solinas era in Aula quella sera. Quindi ha votato l’odg quando aveva il parere del Comitato in tasca. Ma non l’ha detto. Roba da barzelletta.

Oggi il quotidiano La Repubblica ha aggiunto un tassello al mosaico: è accertata l’esistenza di un parere reso via mail dal Comitato il 6 agosto e tramesso a Solinas e a Nieddu (leggi qui). La Regione ha poi detto che gli esperti si riferivano a “una bozza di linee guida regionali per il settore delle discoteche, mai adottate“. In ogni caso l’11 agosto Solinas non ha aspettato nessuno ed è partito lancia in resta. Accettando di buon grado i consigli dell’amico Flavio Briatore. Per loro stessa ammissione. A questo punto è scontato che la delibera 38 entri a far parte degli atti attraverso cui incardinare l’accusa di epidemia colposa, come nell’ipotesi di reato su cui vuole vederci chiaro la Procura di Cagliari.

Ecco infine l’ultimo documento: è lo screenshot 4, Screenshot 4sull’approvazione dell’odg da parte del Consiglio regionale l’11 agosto. La votazione avviene alle 22,25. Perché un minuto dopo Pais toglie la seduta. L’ordine del giorno incassa il via libera per alzata di mano. Oltre a Lega, Psd’Az, Udc-Cambiamo, Riformatori, Forza Italia e Fratelli d’Italia, tutti partiti di maggioranza, sostengono l’ordine del giorno anche Pd e LeU. Non votano, invece, né i Progressisti né i Cinque Stelle.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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