Coronavirus, nuovo appello di Solinas: “Chiudere subito i porti e gli aeroporti”

Il presidente della Regione ci riprova: nuovo tentativo col Governo per chiudere porti e aeroporti. La soluzione più drastica è stata già bocciata almeno due volte dal Governo Conte, ma Christian Solinas ha scritto una lettera alla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, per chiedere misure speciali riservate alla Sardegna. Un primo intervento del Governo è arrivato ieri con la decisione di lasciare aperto un solo aeroporto per Regione. Ma stasera, mentre il governatore scriveva alla ministra, è arrivato un chiarimento dell’Enac che, di fatto, riapre gli altri aeroporti sardi. Nell’elenco degli scali che dal 14 marzo devono restare in funzione c’è solo quello di Elmas, ma una circolare arrivata alle società di gestioni aeroportuali precisa che gli altri aeroporti “devono garantire i voli soggetti a onere di servizio pubblico”: in pratica resta aperto anche Alghero e riaprirà Olbia. Il provvedimento sarà in vigore fino al 25 marzo e prevede che negli unici aeroporti in servizio siano garantiti “i collegamenti insulari, i soli voli di stato, il trasporto di organi, i voli dei canadair e tutti i servizi emergenziali”. Solinas chiede che la misura venga inasprita ed estesa ai porti sardi.

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“Per quanto riguarda i collegamenti marittimi degli scali sardi da e verso i porti della Penisola, si propone la sospensione di tutto il traffico passeggeri, mantenendo operativo il solo traffico merci su unità di carico isolate (semirimorchi, container), non accompagnate. Può essere prevista una deroga per i soli passeggeri che, per dimostrate e improrogabili esigenze sanitarie o di servizio pubblico, siano esplicitamente autorizzati a viaggiare sulle navi dall’Autorità sanitaria regionale – spiega in una nota il presidente Christian Solinas -. Analogamente, l’aeroporto di Cagliari dovrà rimanere aperto solo per improrogabili esigenze di connessione territoriale con la penisola, per i soli voli autorizzati dalla medesima Autorità sanitaria regionale”.

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“Si tratta di misure drastiche, per quanto temporanee, ma necessarie a tutelare al meglio la salute pubblica e contenere la diffusione del nuovo Covid-19″, aggiunge il presidente, sottolineando le differenze tra la Sardegna e la penisola. “Da un lato, infatti, il numero di posti-letto presenti e attivabili nei reparti a ciò dedicati e il personale medico e infermieristico specializzato non possono reggere un eventuale picco di contemporaneità nella domanda di assistenza per patologie respiratorie acute – spiega -. Dall’altro, la particolare condizione di insularità e distanza dal resto della Penisola rendono difficoltoso il ricorso alla solidarietà tra regioni confinanti come sulla terraferma”.

“Nonostante l’adozione del Dpcm in data 11 marzo 2020, che ha introdotto disposizioni stringenti sulla circolazione delle persone e sulla chiusura di numerose attività, dalla Regione sottolineano che “continuano a pervenire preoccupate segnalazioni dagli enti locali circa l’ arrivo sui propri territori di non residenti soprattutto nelle seconde case del litorale, che potrebbero rappresentare un potenziale veicolo di contagio”. Il presidente della Regione ha emesso due provvedimenti per contrastare la diffusione del virus nell’Isola, con l’introduzione dell‘isolamento domiciliare fiuciario, ma non bastano: “Pur avendo adottato specifiche ordinanze di contenimento e di obbligo di isolamento domiciliare fiduciario – conclude -, appare opportuno richiedere ancora una volta – vista la peculiare condizione insulare – misure speciali per la Sardegna fino al 3 aprile 2020″.

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La richiesta avanzata per l’ennesima volta da Solinas trova sponda anche nel Partito democratico. Il consigliere regionale Giuseppe Meloni si dichiara “sempre più convinto che per contenere l’avanzata del Covid-19 nella nostra Isola occorra una misura drastica per almeno qualche settimana”. E cioè, “lo stop totale agli arrivi in porti e aeroporti: Regione e Governo pensino subito a una soluzione di questo tipo”. L’esponente dell’opposizione motiva in un post su Facebook le ragioni della sua posizione: “Mi segnalano, ma ho visto anche la documentazione fotografica, che nei porti sardi, nel caso specifico di Olbia anche stamattina, continuino a sbarcare tanti, direi troppi, passeggeri – scrive – controlli sulla temperatura corporea vengono regolarmente effettuati con i termoscanner, tuttavia molti arrivano all’interno di auto stracolme di bagagli e viveri, in qualche circostanza con camper o pulmini“. Quindi, si chiede, “siamo sicuri che si tratti sempre di sardi che stanno rientrando a casa o di persone che si spostano per motivi di lavoro, di salute o estrema necessità?”. Oltretutto, conclude, “parrebbe che dai porti di partenza, in particolare Livorno, i passeggeri che si imbarcano per la Sardegna non vengano controllati e quindi non debbano fornire le motivazioni del viaggio. Se questa indiscrezione fosse confermata sarebbe tutto molto grave”.

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