Commissione Sanità, l’appello di Agus: “Nieddu va convocato con urgenza”

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha chiesto al presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus, di integrare l’ordine del giorno della seduta di domani e di convocare con urgenza anche l’assessore alla Sanità, oltre alla previstaaudizione del commissario straordinario Areus. La richiesta di convocare Mario Nieddu arriva “in merito ai dati trasmessi dalla Regione alla cabina di regia nazionale e alle disposizioni emanate il 23 Gennaio scorso dal ministro della Salute in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 per la Regione Sardegna”. Nella nota di Agus si legge che “si tratta di un tema di estrema importanza che, date le sue connessioni con la salute pubblica e con l’economia delle nostre comunità, richiede di essere affrontato nella sua interezza, con la massima trasparenza possibile e senza alcuna omissione“. Il capogruppo dei Progressisti rivendia il ruolo del parlamentino di via Roma: “In una fase come questa l’azione di controllo, di verifica puntuale sui dati e di azione politica della commissione Sanità è irrinunciabile, anche al fine di poter rivendicare le giuste ragioni dell’Isola”.

E sulla situazione sanitaria della Sardegna e il declassamento in zona arancione è intervenuto anche il collega di Agus, Massimo Zedda, con un lungo elenco di presunte colpe della Regione. Secondo Zedda, infatti il primo problema riguarda i dati sui posti letto delle terapie intensive: “Il numero comunicato al ministero della Salute a settembre non corrispondeva ai posti letto realmente esistenti. Figuravano solo sulla carta, ma per assenza di medici e infermieri non erano operativi”. Un problema quest’ultimo alla quale la Regione, secondo l’esponente dei Progressisti, avrebbe potuto mettere rimedio perché “in base alle deroghe governative, avrebbe potuto assumere medici e infermieri già a partire dal mese di marzo 2020, ma nulla è stato fatto”.

Zedda ricorda che “a ottobre il presidente della Regione ha annunciato un piano in 40 giorni per correre ai ripari sui posti letto, a metà gennaio il ministero ha ha segnalato il rischio circa il riempimento delle terapie intensive che superava la soglia del 30%, superata la quale si entra in zona arancione”. Poi si passa a sabato scorso quando, nel corso di una conferenza stampa Solinas ha annunciato l’apertura di un nuovo reparto a Sassari con trenta nuovi posti letto: “Anche questa volta il dato non corrisponde ai numeri reali – attacca Zedda – anche questi ‘nuovi’ 30 posti letto sarebbero in ogni caso quelli già presenti, sulla carta, a settembre 2020. Al momento a Sassari ci sono nove letti in una rianimazione e sette letti, compresa una barella, in un altro reparto per un totale di 16 posti letto. Questi sono gli attuali posti letto realmente esistenti”.

Situazioni che hanno portato il ministero a inserire la Sardegna tra le regioni arancioni. “La Regione ha trasmesso schede incomplete e questa criticità era già stata segnalata dal Governo settimane fa. I dati incompleti non vengono caricati e risultano inesistenti, anche questo ha determinato l’ingresso in zona arancione”. Inoltre, nei dati pubblicati sul sito del ministero della Salute non lasciano spazio a interpretazioni: “A pagina 5 si legge che il dato della Sardegna era sopra soglia già da tempo e in modo stabile. A pagina 8 i numeri della Sardegna evidenziati in rosso riportano anche un #, simbolo per segnalare le regioni dove è stato rilevato un forte ritardo di notifica dei casi nel flusso all’Istituto Superiore di Sanità che potrebbe rendere la valutazione di questi indicatori meno affidabile”.

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