L’Rt assegnato uguale a tutti i diciassette Comuni della Città metropolitana di Cagliari, non basta a convincere i sindaci dei rispettivi municipi a seguire la linea della Regione. Dalle fasce tricolori arriva un secco no al governatore, malgrado la mossa decisa in tarda serata dal presidente Christian Solinas e dalla Giunta che hanno cambiato le carte in tavola uniformando il dato dell’area vasta del capoluogo, a differenza di quanto illustrato nel ‘Punto stampa’ delle 18,30.
I diciassette primi cittadini hanno infatti deciso all’unanimità di “non emettere ordinanze volte a consentire la riapertura delle attività a partire da lunedì 11 maggio”. I sindaci assicurano il loro impegno per garantire la ripartenza “il prima possibile”, ma non danno una data certa. Di sicuro è molto probabile che aspetteranno la decisione del Governo, il quale ha promesso sia la differenziazione delle misure per regione sia la linee guida dell’Inail, regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (leggi qui). Ma della strategia Solinas neanche a parlarne: i sindaci non si sono assunti, almeno per ora, quelle responsabilità che la Regione voleva trasferire sui Comuni.
La posizione unanime è stata espressa dai sindaci di Cagliari, Assemini, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Pula, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Sarroch, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta e Villa San Pietro. “Pur avendo avere a cuore la sorte delle innumerevoli piccole imprese – è scritto in un comunicato -, i Comuni ritengono non di meno che la decisione sulle riaperture debba essere presa nella più totale sicurezza e a seguito di una attenta valutazione dei dati”. (al. car.)