Cda di Abbanoa, terna senza donne. Lettera a Conte: “Così è illegittimo”

Il Cda di Abbanoa, così com’è, formato da soli uomini, rischia di avere vita breve. La mancata nomina di almeno una donna è già diventata una lettera al premier Giuseppe Conte e alla ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti. È stato il Collegio sindacale a informare Palazzo Chigi sulla violazione del decreto legislativo 175 del 2016, ovvero il ‘Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica’, fattispecie in cui rientra la spa sarda del servizio idrico.

Il Cda di Abbanoa è attualmente una terna con Gabriele Racugno presidente, più i consiglieri Fernando Ferri (eletto amministratore delegato), e Franco Piga. I profili dei tre sono noti: Racugno, docente universitario in pensione, graditissimo a Christian Solinas, è appena finito nel mirino della Commissione per il controllo analogo che dalla Corte dei conti ha ottenuto la conferma sul fatto che il professore non ha diritto a prendere alcun compenso, “perché gode già del trattamento di quiescienza“. Ferri, manager Saras in aspettativa, è una quota di Sardegna 20venti. Piga, ex Cassa degli ingegneri, è un ex Forza Italia, a lungo vicino all’ex governatore Cappellacci.

Le nomine del Cda Abbanoa, avvenute lo scorso 12 giugno, hanno violato il decreto legislativo 175 al comma 4 dell’articolo 11, secondo il quale “nella scelta degli amministratori delle società a controllo pubblico” va “assicurato il rispetto del principio di equilibrio di genere”. Equilibrio che in un organo collegiale corrisponde ad almeno un terzo di uomini o di donne. Ma nel Cda Abbanoa la rappresentanza femminile è stata totalmente ignorata.

Il Collegio sindacale della spa sarda ha agito nel rispetto del Dpr 251, che al comma 3 dell’articolo 4 obbliga “l’organo di controllo delle società controllate da amministrazioni pubbliche a comunicare al presidente del Consiglio dei Ministri o al delegato delegato per le Pari opportunità la mancanza di equilibrio tra i generi, anche quando questa si verifichi in corso di mandato”. Di qui appunto le lettere a Conte e alla Bonetti.

In Abbanoa la mancata rappresentanza di genere è un errore reiterato che comincia con la scelta delle terne. Due elenchi in tutto: uno composto dai nomi indicati dalla Regione; il secondo voluto dall’ente di controllo Egas. Era marzo quando i sei nomi vennero selezionati. Ma in nessuna delle due liste di papabili figuravano manager femminili (leggi qui l’approfondimento di Sardinia Post). Adesso si attende che Roma certifichi il mancato rispetto della rappresentanza di genere, ciò che comporta la decadenza dei nominati per fare posto a un nuovo giro di scelte nel rispetto del decreto legislativo 175. Difficile credere che in Sardegna non ci sia nemmeno una donna che abbia le stesse capacità e competenze di tutti gli uomini su cui ha puntato sinora la politica.

Al. Car.
(@alessacart)

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