Sei nomi per tre posti. È la rosa dei papabili che si contendono l’ingresso nel Cda di Abbanoa, la spa del servizio idrico integrato pronta a cambiare management dopo le dimissioni annunciate a gennaio dall’amministratore unico Abramo Garau e il ritorno al Consiglio di amministrazione, opzione prevista nello statuto. La partita di Abbanoa è terreno scivoloso e vede schierati i big della politica isolana, a cominciare dal presidente della Regione, Christian Solinas. Non fosse altro che Abbanoa è una spa pubblica da 1.381 dipendenti, 72mila utenze e un piano di spesa da 600 milioni di euro. Vuol dire gestione di lavoro e di appalti. Quindi di potere. Che è enorme, visti i numeri.
Gli aspiranti manager di Abbanoa sono divisi in due terne: una l’ha decisa un pezzo del centrodestra al governo della Regione, l’altra Egas, l’ente di controllo di Abbanoa presieduto da Fabio Albieri. I primi tre nomi sono scelte che hanno lo sponsor della politica; la seconda terna, invece, sembra più tecnica. Di certo tutti i sei papabili fanno parte del gruppo di trentotto che ha risposto alla manifestazione di interesse, con annessa raccolta dei profili professionali. Si tratta di Gabriele Racugno, Fernando Ferri e Franco Piga; Vincenzo Franzini, Luca di Carlo e Roberto Zocchi. Di cui a seguire racconteremo i dettagli.
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La nomina dei tre componenti del Cda sarebbe dovuta avvenire martedì, quando in seconda convocazione si riuniscono i soci Abbanoa, di cui la Regione è primo azionista seguita da Cagliari e Sassari, i Comuni che hanno le quote societarie maggiori. Ma ieri sera l’amministratore unico ha annullato l’Assemblea per via dell’emergenza coronavirus, ciò che manda all’aria la tempistica del centrodestra, oltre che il piano d’azione.
Ricostruito il quadro d’insieme, proprio da Garau bisogna cominciare per spiegare cosa sta sucedendo in Abbanoa. L’amministratore unico – obbligato a stare in carica sino all’ingresso del nuovo Cda (così prevede la legge in caso di dimissioni) – ha fatto un passo indietro non perché lo volesse. Garau ha lasciato su richiesta di Roberto Frongia, l’assessore ai Lavori pubblici, quota Riformatori, che ha la delega al Servizio idrico, quindi di Abbanoa è il super visore.
Frongia vorrebbe che Abbanoa cambiasse passo. E c’è l’input dell’assessore dietro la riforma che vorrebbe istituire due direzioni interne (una tecnica e l’altra amministrativa) e ridurre i poteri del direttore generale, oggi di fatto il deus ex machina della spa. Tuttavia a scorrere i nomi della terna politica si intravede solo il perpetrarsi di vecchie logiche di spartizione. Nulla di nuovo all’orizzonte, ma la più classica delle riconquiste all’italiana. In salsa sarda.
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Gabriele Racugno, classe 44, è docente universitario e avvocato esperto di Diritto societario. Cugino, per parte parterna di Vincenzo, gran maestro della Massoneria, ha un profilo che piace a Solinas. Racugno gode di un ‘triplice fraterno’ sostegno: nel Cda di Abbanoa lo vorrebbero all’unisono anche il Psd’Az e la Lega. Non meno divisivo è il nome di Franco Piga, che un tempo faceva il controllore di Abbanoa (è stato infatti commissario straordinario di Egas, quando si chiamava semplicemente Autorità d’ambito). A lungo fedelissimo di Ugo Cappellacci, Piga in passato è entrato e uscito anche da un’inchiesta insieme a Flavio Carboni per un presunto comitato d’affari proprio sulla gestione dell’acqua. Attualmente viene dato alla corte di Giorgio Oppi, sempre più leader della politica isolana. Fernando Serri, invece, è un manager di Saras, proposto da Stefano Tunis, il consigliere regionale e fondatore di Sardegna 20Venti.
Quanto alla terna tecnica, e per capire le intenzioni di Frongia, all’assessore è assai gradito Vincenzo Franzini, che in Abbanoa è stato il primo direttore generale e le ossa da manager se l’è fatte all’Enel. Luca di Carlo arriva invece da Sienergia, spa del colosso Acea, gruppo che si occupa anche di acqua e ambiente. Nel settore dei rifiuti lavora attualmente Roberto Zocchi, altro nome della ‘terna tecnica’, top manager di Greenthesis. Il Cda, al proprio interno, voterà anche il presidente e l’amministratore delegato.
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Con lo slittamento imposto dall’emergenza coronavirus non si può escludere che gli assetti cambino. Nello schema attuale Frongia, che di Piga nel Cda farebbe volentieri a meno, appare schiacciato dall’asse Oppi-Solinas. Deciso sarà anche il ruolo dei Comuni, al momento trattati dalla Regione come se non esistessero. Gli enti locali sardi sono l’ossatura di Abbanoa, ma parte del centrodestra ha finto che la gestione della spa sia una faccenda esclusiva dei partiti. E non di tutti. I Fratelli d’Italia, per esempio, non hanno potuto nemmeno fiatare sulla terna politica.
Per un altro verso, sta cercando sponda pure l’attuale Dg di Abbanoa, Sandro Murtas, uno che è riuscito a superare indenne tre tornate elettorali in Regione, ma adesso sembra avere le settimane contate. A meno di colpi di scena. Ma se Frongia non riuscirà a spuntarla coi desiderata sulla terna, almeno la cacciata di Murtas dovrebbe portarla a casa, filtra da ambienti politici. Solo che bisogna aspettare aprile per capire come finirà.
Alessandra Carta
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