“Cambiano nome, non più province ma distretti, sempre otto, retti non da presidenti eletti ma da ben più costosi direttori generali (leggi), ovviamente nominati dalla giunta regionale. Il referendum regionale ha chiesto la semplificazione del sistema istituzionale e la cancellazione delle province, non la loro sostituzione con altri soggetti, tra l’altro sicuramente più costosi”. Lo dichiara in una nota Francesca Barracciu, candidata governatore del centrosinistra alle elezioni regionali del 2014.
“Rispettare i referendum -si legge – significa che ci devono essere solamente la Regione, i Comuni, le Unioni di Comuni. Niente altro in mezzo. Paradossale la sostituzione di organi democraticamente eletti con nominati dalla Giunta, un modo vergognoso e maldestro per perpetuare i Commissari, espressione di lottizzazione partitica. La semplificazione e la riduzione dei costi impone anche la cancellazione di altri soggetti, come la pletora di Consorzi di varia natura,e l’attribuzione delle funzioni ai Comuni. Almeno i Riformatori dovrebbero essere sensibili a questa esigenza come al rispetto totale dei referendum”.
“Noi ci opporremo in Consiglio regionale a questo imbroglio – dice l’europarlamentare del Pd – E assumiamo l’impegno di seguire anche in Sardegna, l’indirizzo nazionale di superamento delle Province, di riduzione dei costi e di semplificazione del sistema politico-amministrativo. Questa e’ una delle condizioni per la abbattere la burocrazia e liberare le energie della Sardegna”.