La Sardegna paga, in percentuale, più accantonamenti rispetto alla Sicilia. Lo ha scoperto il presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi a Roma ha aperto il caso col viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia. Il governatore ha quindi chiesto una riduzione delle somme che la nostra Isola versa ogni anno allo Stato a copertura del debito pubblico nazionale.
Solinas è a Roma oggi e trascorrerà nella Capitale anche la giornata di domani perché la questione sarda verrà esaminata dalla conferenza delle Regioni. “Irragionevolmente – si legge in una nota diffusa poco dopo le 20,30 da Villa Devoto – i sardi versano nelle casse nazionali un contributo sovradimensionato rispetto a quanto avviene nel resto del Mezzogiorno”. Il presidente, in particolare, spiega di “aver insistito sull’obiettivo di allineare il contributo che la Sardegna deve a quello della Sicilia”, ovvero “l’1,14 per cento del Pil contro l’attuale 1,60 versato attualmente dalla nostra Regione”.
Il governatore ha poi chiesto una proroga fino a settembre per pagare degli accantonamenti, in modo “da poter affrontare la trattativa in maniera definitiva e soddisfacente”. Il viceministro, dal canto suo, si è impegnato “a nome del Governo ad accordare lo slittamento della scadenza attraverso “l’inserimento” della ‘clausola’ “nel primo provvedimento legislativo utile”.
Nella nota di Solinas si legge ancora: “Si tratta di una vicenda complessa che dura da anni e che ha bisogno di una trattativa seria che riaffermi in maniera strutturata e organica i diritti dei sardi. L’accordo dovrà pertanto avere una dimensione strutturale che garantisca una riduzione degli accantonamenti rispetto al passato e andrà inserito nella prossima legge di bilancio, unitamente al recupero delle somme riconosciute da sentenze già intervenute della Corte costituzionale e altre sentenze che avevano per oggetto la compartecipazione sul gettito dei redditi da capitale, così come le riserve erariali sulle tasse automobilistiche nonché i trasferimenti per funzioni non fondamentali degli enti di area vasta”. Quest’ultimo passaggio del governatore si riferisce alle sentenze vinte davanti alla Consulta dalla precedente maggioranza di centrosinistra a guida Pigliaru-Paci.