2 giugno, Paci: “La Sardegna difende la sua autonomia in Italia e in Europa”

Bisogna ridare senso etico e morale alla politica per riavvicinarla ai cittadini e rivendicare il valore della specialità della Sardegna, regione che difende fortemente la sua autonomia pur sentendosi parte dello Stato italiano e sempre più parte dell’Unione Europea. Sono i due passaggi chiave del discorso del vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, durante le celebrazioni a Palazzo Viceregio per il 69esimo anniversario della fondazione della Repubblica Italiana. Con un pensiero anche agli immigrati arrivati a Cagliari lo scorso fine settimana, occasione in cui la Sardegna ha dato prova di grande solidarietà e accoglienza.

“Festeggiamo oggi il 69esimo anniversario della Festa della Repubblica, ricorrenza importante che dobbiamo celebrare in modo non rituale ma interrogandoci sempre sul suo senso profondo e sulla sua attualità. È la Festa della Repubblica – ha detto il vicepresidente – ovvero della Res Publica, della “cosa del popolo”: si dovrebbe governare, a tutti i livelli, per il bene comune, del popolo ma non sempre è così. I fenomeni di corruzione sono frequenti, gettano discredito sulle istituzioni, allontanano i cittadini dalla politica, e basta guardare i dati sulla partecipazione al voto, o il malessere nei nostri Comuni per capire che dobbiamo immediatamente ridare senso morale all’azione pubblica”.

Il vicepresidente Paci ha poi sottolineato il senso e il valore della specialità della Sardegna e il suo rapporto con la Repubblica. “Siamo in un periodo di forte trasformazione delle istituzioni repubblicane. Alcuni mettono in dubbio l’esistenza stessa delle Regioni a Statuto speciale. Noi, a nome di tutto il popolo sardo, nel giorno in cui siamo qui presenti con orgoglio per celebrare la festa della Repubblica, rivendichiamo con forza il nostro senso di comunità, di nazione sarda. Una Sardegna parte dello Stato italiano e sempre più parte della Unione Europea: non è un caso che oggi il Presidente Pigliaru sia a Bruxelles impegnato nel Comitato delle Regioni, e che in tutti i nostri uffici oltre alle bandiere italiana e sarda sia esposta anche quella europea. Il Governo regionale guarda con favore ai forti venti riformisti promossi dal Governo italiano – ha aggiunto Paci – e sta concorrendo in tutte le sedi bilaterali a ridefinire l’architettura dei rapporti tra Stato e Regione rendendoli più attuali anche con le trasformazioni in atto in Europa. L’impostazione della vertenza Sardegna concordata con il premier Matteo Renzi durante la sua recente visita va proprio in questa direzione: non solo risorse finanziarie, ma anche poteri, funzioni e responsabilità. È iniziata una nuova stagione, nella quale la sovranità non è un monolite ma un sistema organico, articolato, più capace che nel passato di interpretare i nuovi orizzonti della libertà e della responsabilità”.

Infine, un pensiero agli immigrati. “Noi sardi siamo figli, nipoti, fratelli di emigranti e quindi più forte sentiamo il valore dell’accoglienza. Questo non significa che non ci sia un problema serio e grave da affrontare e risolvere – ha concluso Paci – ma nei momenti drammatici in cui centinaia di bambini, di donne e di uomini fuggono dalla disperazione di guerre e miseria allora bisogna aprire le porte, accogliere, accudire esattamente come la Sardegna ha dimostrato di saper e voler fare appena qualche giorno fa”.

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