“Chiamarlo amore non si può”, un progetto e una mostra a Sassari contro la violenza di genere

“Chiamarlo amore non si può”, questo è il nome del progetto organizzato dalla presidente del Consiglio Comunale di Sassari Esmeralda Ughi insieme al sindaco Nicola Sanna finalizzato a sensibilizzare la città sui risvolti violenti e sui possibili interventi per contenere ed eliminare il tragico fenomeno della violenza sulle donne. Il risultato è stata una mostra (guarda le foto) con ventidue opere di studenti e studentesse allestita nell’androne e lungo le scale di accesso a Palazzo Ducale. Sul piano pratico questo ha portato alla creazione di disegni, installazioni, pensieri scritti che rappresentano il modo in cui gli studenti vedono la violenza di genere. Così delle scarpe rosa e rosse separate da petali, ritratti in nero e fotografie sono diventati la testimonianza di una strage muta di donne uccise non certo per troppo amore, ma per egoismo e odio.

 

“Ogni 12 secondi una donna subisce violenza”, ha sottolineato Paolo Demartis, psicologo del Centro antiviolenza “Aurora” della cooperativa Andalas de Amistade; solo nell’ultimo anno la struttura in cui lavora ha, infatti, svolto 149 richieste di consulenza e ha accolto al suo interno 7 donne e ben 16 bambini; 12 sono state invece le richieste allo sportello per gli autori di violenza e stalking. Una situazione complessa che va monitorata quotidianamente. “Il 25 novembre non deve essere una data isolata – ha puntualizzato la presidente del Consiglio Comunale Esmeralda Ughi, facendo riferimento alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne – Ogni giorno le donne subiscono soprusi, anzi proprio ora che siamo nel periodo di Natale per molte di loro è il periodo più difficile perché la maggior parte delle violenze nascono in ambito familare”. Monica Spanedda, assessora per le Pari opportunità ha invece sottolineato la partecipazione convinta dei ragazzi delle scuole a questi lavori: “Si tratta di una sfida per un’educazione di genere, dove è fondamentale la conoscenza e il rispetto dell’altro. Per farlo bisogna partire dalla formazione sin dalle scuole, solo così potremo avere una società migliore e vincere. Io credo, infatti, nell’unione tra cittadini e cittadine contro il pregiudizio.”
L’allestimento è stato curato dal Liceo artistico Figari – classi III E e III F, III G; IV B, IV F, IV G, IV H; V B, V F, V G -, il Liceo scientifico Spano – III A – e il Tecnico Industriale Angioy – I A Chimica -. Sarà aperto da sino all’8 gennaio, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 13, festivi esclusi.

Fr. Be. 

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