Teti chiama Cagliari e nel mosaico sardo degli intrecci tra privati e pubblica amministrazione si aggiunge un’altra tessera con nomi già noti. L’area territoriale è quella che Sardinia Post, nelle inchieste di febbraio, ha ribattezzato ‘Epicentro Nuoro’. Stavolta il Comune di riferimento è Teti: lo amministra Costantino Tidu, il sindaco-commissario, visto che in Barbagia è anche il capo della Provincia.
Siamo sempre nel campo degli affidamenti diretti. A Teti – 51 chilometri da Nuoro e 605 abitanti censiti lo scorso giugno – ha lavorato Raimondo Schiavone, noto Mondino, l’imprenditore che spazia dalla Fondazione Mont’e Prama alla Regione passando per il 150° di Grazia Deledda e il progetto Visit Nuorese gestito dalla Provincia. Il 27 maggio 2022 Schiavone ha ricevuto un pagamento da 16.565,75 euro.
L’oggetto è generico. Si legge: “Altre prestazioni professionali e specialistiche”. Schiavone ha preso i soldi attraverso la srl Sos, che è l’acronimo di Servizi all’Occupazione e Sviluppo, società con sede a Cagliari in viale Bonaria 98, quartier generale dell’imprenditore. Schiavone nella Sos è amministratore unico e legale rappresentante.
Ecco poi altri 14.340,50 euro. La titolare dell’incarico assegnato dal Comune di Teti è sempre la stessa srl. La data del pagamento è 11 agosto 2022. Scorrendo ancora il documento di cui Sardinia Post è venuta in possesso, figurano pure 5.124 euro presi da Schiavone attraverso un’altra sua srl, la più celebre Primaidea. In questo terzo caso il mandato di pagamento è datato 12 agosto. Il totale delle prestazioni di Schiavone a Teti è stato di 36.030,25 euro.
Nel centro nuorese, l’anno scorso, ha lavorato pure Roberto Zedda, anche lui imprenditore, diventato ‘famoso’ per essere l’acquirente del rudere a Capoterra che per la Procura di Cagliari vale massimo 60mila euro. Zedda, invece, l’ha pagato 550mila euro. Per il pm Giangiacomo Pilia quell’immobile nasconde una tangente.
A proporre l’affare a Zedda è stato il presidente della Regione, Christian Solinas, che quell’edificio di interesse storico non lo ha mai nemmeno pagato: i Frati minori del capoluogo glielo diedero gratis in cambio della ristrutturazione e con la possibilità di poterci andare in qualunque momento per mangiare e svagarsi, era scritto in un atto notarile. Poi le strade del governatore e di Zedda si sono incrociate e Solinas ha fatto l’affare della vita riuscendo a piazzare a un ottimo prezzo un rudere che il ministero dei Beni culturali, nel caso in cui lo espropriasse per un supremo interesse pubblico, pagherebbe 33mila euro. Non è finita: Zedda oltre ai 550mila euro di acquisto deve pagare pure la ristrutturazione.
Fatto sta che nemmeno Zedda è un imprenditore che si ferma al capoluogo per fare affari. Attraverso la sua società Arionline – sede in viale Marconi, gli hardware e i software come core business – ha ottenuto dal Comune due affidamenti diretti: uno da 14.900 euro che con l’Iva sono diventati 18.178; l’altro da 23.500 euro, saliti con l’imposta sul valore aggiunto a 28.670. I Codici indentificativi gara sono rispettivamente 972343720d e 9723625d2e.
Zedda ha portato a casa in totale 46.848 euro. È scritto ancora negli atti pubblici: “Gli affidamenti sono finanziati con le risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e del Pnc (Piano nazionale per gli investimenti complementari). Zedda con la sua Arionline si è occupato di “trasferire dati in cloud” e “attivare la piattaforma PagoPa”. La Sardegna sempre più digitalizzata, anche per la gioia di Zedda che per l’acquisto del rudere è accusato di corruzione. È uno dei due filoni dell’inchiesta aperti a febbraio. L’altro riguarda la laurea honoris causa in Medicina promessa a Solinas dal massone Roberto Raimondi, anche lui sotto accusa insieme al ‘fratello’ Christian Stevelli, entrambi espulsi dal Grande Oriente d’Italia dal Gran maestro Stefano Bisi dopo l’apertura del fascicolo in Procura a Cagliari.