Dg ‘amici’, l’ultima trovata della Giunta: cancellare norma sul mandato a tempo

Niente più mandato a tempo, di 90 giorni, per i direttori generali facenti funzioni. È questa l’ultima trovata della Giunta di Christian Solinas che quanto a perle amministrative è davverro scoppiettante. Ormai non passa settimana senza che ne venga fuori una. Infatti la maggioranza di centrodestra al governo della Regione è ai ferri corti, per tutta una serie di liti interne nate per via di svariate norme che spuntano come funghi e non accontentano tutti. Anzi.

La cancellazione dei 90 giorni di mandato massimo per i Dg facente funzioni è contenuta nel Dl 107/A, quello sui maxi staff. Una catena di fedelissimi da nominare per un totale di 6 milioni di euro, in aggiunta ai costi attuali. Vuol dire 500mila euro al mese di nuovi stipendi (Solinas coi soldi dei sardi vuole scegliersi anche un autista personale).

La regola dei 90 giorni di mandato massimo per un Dg facente funzioni è contenuto intanto nel decreto legislativo 165 del 2001. All’articolo 52. E il problema è strettamente di diritto: non è chiaro in base a quale principio Solinas e alleati possano pensare di derogare una norma nazionale, che è sovraordinata. Nell’emendamento contenuto nel Dl 107/A, la Giunta crede probabilmente di poter modificare unicamente la legge regionale in cui è contenuto lo stesso limite dei 90 giorni, la 31 del 1998. Che all’articolo 30 fissa appunto i tre mesi di incarico massimo per un facente funzioni che, come dice la stessa locuzione, ricopre una funzione provvisoria, determinata dal carattere di urgenza. Invece il Psd’Az non vuole avere vincoli di tempo. A conti fatti è un modo per non nominare mai il Dg ‘vero’ e quindi, magari, lasciare in quel posto di comando un dirigente ‘amico’.

Quello che finora in Regione è venuto fuori è di certo una ‘strana’ gestione: sono sempre di più gli incarichi diretti, al posto di veri e propri concorsi. È del 21 febbraio la storia pubblicata da Sardinia Post sull’informata di dirigenti esterni (leggi qui), contro la quale Progressisti, Leu e Pd hanno chiesto l’annullamento dei bandi e degli atti di nomina.

La norma sulla cancellazione dei 90 giorni dalla legge 31 trova già applicazione, peraltro. I casi emblematici sono due, entrambi nell’Agenzia regionale Forestas. Giuliano Patteri è Dg facente funzioni con una prima nomina datata 2 ottobre 2020 e una seconda firmata il 30 dicembre del 2020. Sempre dal commissario Giovanni Caria. Eppure per scegliere il Dg ‘vero’, non quello facente funzioni, c’è una selezione chiusa il 18 settembre del 2019. Sempre roba del centrodestra, quindi Solinas e alleati non hanno nemmeno la scusa per dire che non è una selezione fatta da loro. Su quindici manifestazioni di interesse arrivate a Forestas, ci sono tredici idonei. Significa che i candidati – e relative professionalità – non mancano di certo. Ma il commissario non è riuscito finora a indicare un nome alla Giunta, come previsto dall’articollo 42 della legge 8/2016. Uno su tredici a cui poi l’Esecutivo deve materialmente affidare l’incarico di Dg dell’Agenzia.

Ma c’è di più: in quella lista da tredici idonei non compare Patteri, il quale paradossalmente, nel caso in cui dovesse passare la norma sulla cancellazione dei 90 giorni, rimarrebbe al proprio posto. In barba agli stessi idonei che hanno fatto regolare domanda, rispondendo alla manifestazione pubblicata da Forestas a settembre 2019. Patteri è tornato in Forestas dopo la non riconferma all’Industria, unico Dg che non era rimasto in sella. Quindi la nomina a direttore del Personale dell’Agenzia e poi l’incarico di Dg facente funzioni.

L’assurdità è che il centrodestra fa le proroghe fregandosene dei 90 giorni, anche se la norma non è stata nemmeno cambiata. In Forestas il record lo detiene Salvatore Mele, che è stato direttore facente funzioni dal 5 luglio del 2019 al 30 settembre del 2020. Mele guidava il Servizio territoriale di Nuoro. Su quella poltrona ci sarebbe dovuto restare per novanta giorni. È rimasto quindici mesi. Un primato che era già a tale a luglio 2020. La prima volta che il nostro giornale ne ha scritto.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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