Forestas, ombre su commissario e Dg: ecco le nomine con record di proroghe

Scaduta una nomina, eccone subito un’altra. In barba alla legge. Da un anno va avanti così in Forestas, l’agenzia regionale che gestisce il patrimonio boschivo sardo, cinquemila buste paga a tempo indeterminato. Un gigantesco ente pubblico dell’Isola. Il più grande. Sia il Dg facente funzioni, Salvatore Mele, che il commissario straordinario Giovanni Caria sono in carica a colpi di proroghe. Mele ne ha accumulate addirittura quattro, una per Caria. E tutte, stando alle denunce dei sindacati autonomi Sadirs e Ful, “sono illegittime”, perché “vìolano le disposizioni vigenti”, è scritto nelle segnalazioni che da mesi arrivano inutilmente sui tavoli del governatore Christian Solinas e dell’assessore all’Ambiente, Gianni Lampis, cui spetta la super visione di Forestas.

Era il 5 luglio 2019 quando Mele venne scelto per la prima volta, con la delibera numero 37 firmata dall’allora amministratore unico, Giuseppe Pulina. Incarico di tre mesi. L’unico a prova di illegittimità, dal momento che il sostituto di un Dg può restare in carica per novanta giorni al massimo, stabilisce la legge regionale 31 del 1998 che disciplina il reclutamento del Personale e l’organizzazione degli uffici regionali. Così al comma 1 dell’articolo 30. Ma dopo quell’atto, ecco la raffica di proroghe, cominciando dal primo ottobre 2019 con la delibera numero 58, ancora sottoscritta da Pulina. Il secondo lasciapassare per Mele è del 2 gennaio 2020 (delibera numero 1): in calce la firma di Caria che, a sua volta, da due giorni aveva presto il posto di Pulina come commissario straordinario. Il terzo mandato di Mele, senza soluzione di continuità, è datato 23 marzo 2020 (delibera 26) e si tratta sempre di un atto di Caria. La quarta proroga, la più recente, è arrivata agli inizi di questo mese, precisamente il 2 luglio: ancora Caria ha allungato di tre mesi il mandato di Mele.

Il 5 luglio, appena cinque giorni dopo, il Sadirs, tramite il suo segretario Luciano Melis, è salito sul piede di guerra e ha chiesto l’immediata revoca della delibera. A oggi – 28 luglio – non risulta che alla sigla autonoma sia stata data una comunicazione in questo senso. Mele è saldamente in sella a Forestas. Eppure il 5 settembre del 2019, Pulina aveva pubblicato la manifestazione di interesse per assegnare il posto da Dg di Forestas. Negli uffici di viale Merello a Cagliari, sede dell’agenzia, arrivarono quindici candidature. Gli idonei, stando agli atti, sono stati tredici, quindi un’ampia rosa da cui pescare un ‘regolare’ direttore generale.

Invece in Forestas si sta preferendo reiterare “in maniera illegittima” una nomina a tempo che di fatto è una doppia violazione. Perché sempre in base alla legge 31, quando in novanta giorni non si riesce a nominare un Dg, spetta al dirigente più anziano ricoprire l’incarico, sempre in maniera provvisoria. Ma nell’agenzia sarda, in perfetto stile democristiano, il centrodestra sta in qualche modo istituzionalizzando una scelta temporanea. “Senza che il presidente Solinas e l’assessore all’Ambiente esercitino i poteri sostitutivi”, denuncia ancora il Sadirs. Di certo Mele può vantare in Forestas una carriera folgorante: nell’agenzia regionale è stato assunto a ottobre 2018 e assegnato alla sede di Nuoro. Nell’agenzia entrò in seconda battuta, non come vincitore di concorso ma da idoneo. In meno di un anno, però, è diventato direttore generale facente funzioni, con sede di lavoro a Cagliari.

Quanto a Caria, certezza Udc del centrodestra, la sua nomina risale, come detto, al 31 dicembre 2019. Il decreto, quel giorno, lo firmò Solinas. Nel caso di Caria, la presunta violazione ruota intorno alla legge regionale 1 del 1977 che, all’articolo 4, fissa in sei mesi la durata massima del mandato di un commissario straordinario. Invece con la delibera 33/27 del 30 giugno, Caria ha incassato il mandato bis. E come era successo per il caso dell’assalto alle coste, l’atto non è stato firmato da Solinas, ma dalla vicepresidente della Giunta, Alessandra Zedda, e dalla Dg Silvia Curto.

Adesso non resta che attendere le mosse di Solinas e Lampis. Che rischiano di aprire uno scontro interno all’Esecutivo. Perché l’assessora al Personale, Valeria Satta, chiamata in causa dai sindacati, in una nota dello scorso 9 luglio ha chiesto lumi proprio a Lampis. La Satta vuole “conoscere i motivi per cui non si sia ancora provveduto” a nominare il Dg di Forestas malgrado esista da mesi “un elenco di idonei a ricoprire l’incarico”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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