Nessuno nega a Christian Solinas il diritto di regalarsi una villa da più di un milione di euro, ci mancherebbe altro. Beato lui. Ma quando un giornale nazionale come Il Fatto Quotidiano, si pone giustamente una serie di domande sui retroscena immobiliari che hanno consentito al presidente della Regione Sardegna di raggiungere il prestigioso obiettivo, allora certe risposte sono doverose. Ed ha perfettamente ragione il suo rivale sconfitto alle elezioni, Massimo Zedda, a sollecitarle. Da lui, come dai due imprenditori che hanno firmato altrettanti generosi preliminari di acquisto di beni del governatore, che non si capisce quale fine abbiano fatto.
E se i privati non sono tenuti a dare spiegazioni (almeno per ora), altrettanto non può continuare a fare Solinas, la cui carica pubblica gli impone di fare rapidamente chiarezza su tutta la vicenda. I sardi hanno il diritto di sapere se il presidente della Regione nasconde qualcosa. E magari ne vorrebbero anche leggere sui media regionali, quegli stessi media – ma tu guarda a volte la combinazione – che da anni fagocitano la quasi totalità dei ricchi investimenti pubblicitari controllati da Villa Devoto.
E a questo punto i loro silenzi sono inquietanti quanto quelli di Solinas e dei soccorrevoli imprenditori suoi amici. Perché si può non condividere la linea “giustizialista” del Fatto e del suo direttore Marco Travaglio, ma nel giornalismo deve valere il principio secondo il quale “notitia non olet”. Senza gettare preventivamente la croce addosso a nessuno, sia chiaro, ma anche senza fare ricorso alle tre scimmiette. Non vi pare, cari editori e cari colleghi?
G. P.