Riuscirà la Sardegna a “salvare” i voli della Ryanair e delle altre compagnie low cost o si tornerà ai tempi in cui Alitalia e Meridiana si spartivano tutte le rotte? Che ne sarà dei voli diretti (e molto economici, ad avere l’accortezza di prenotarsi per tempo) che hanno portato centinaia di migliaia di sardi nelle principali capitali europee e di turisti in Sardegna? La partita è in corso, e non è detto che sarà una partita vinta.
La decisione di Bruxelles – che ha aperto una procedura di infrazione contro la Regione sarda e le società di gestione degli aeroporti di Cagliari, Alghero e Olbia per 80 milioni di contributi erogati nel triennio 2010-1013 – arriverà entro l’anno. Intanto due studi legali specializzati in questa materia sono al lavoro per dimostrare che le compagnie non hanno avuto “aiuti di Stato” e, in definitiva, le regole della concorrenza non sono state alterate.
I contributi regionali veniva destinati alle soietà di gestione (Sogaer, Sogeal e Geasar) che poi li davano alle compagnie aeree in cambio della loro presenza sulle rotte dall’Isola all’Italia e all’Europa. Secondo la tesi della Regione e delle società di gestione, non si tratta di un aiuto di Stato ma di una normale collaborazione commerciale. Nessuna violazione, dunque, delle regole della concorrenza.
Che i contributi abbiamo prodotto risultati economici è provato dai dati sull’afflusso dei turisti. Gli stessi dati che oggi fanno vivere come una catastrofe l’eventualità di un abbandono degli aeroporti sardi da parte delle low cost. Si parla di tre milioni di passeggeri. L’allarme nei giorni scorsi è stato lanciato con forza dagli operatori turistici e dai commercianti del Nord Sardegna.