È stato convocato tra una settimana, giovedì 7 febbraio, il tavolo ristretto sulla filiera del comparto ovicaprino e sulla questione del prezzo del latte che in queste settimane sta preoccupando allevatori e produttori. La convocazione è arrivata dall’assessore regionale dell’Agricoltura uscente, Pierluigi Caria, che ancora spera di trovare un punto di caduta sull’annosa questione per cui già annunciano battaglia le associazioni di categoria e i movimenti dei pastori.
Dal confronto dovrà scaturire un documento, su cui si era cominciato a lavorare dal mese di dicembre, che tuteli il latte ovino sardo e stabilisca un prezzo equo per tutti gli attori. Al tavolo siederanno tutti i rappresentanti dei vari comparti del settore. Per Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop e rappresentante dei trasformatori, “il settore ha bisogno di regole e accordi di filiera, perché ora il sistema è totalmente allo sbando, guidato da una schizofrenia di prezzi che salgono e scendono”. Ma attenzione, il prezzo del latte “non può essere costruito a tavolino e senza tenere conto del mercato, sono dinamiche che vanno governate e le possiamo governare solo noi produttori di latte e formaggio”, spiega Palitta a Sardinia Post.
Per il rappresentante di una parte della filiera di produzione “serve un accordo serio che contenga innanzitutto una proroga del piano di regolazione dell’offerta (la cui scadenza è prevista nel mese di marzo), e in secondo luogo che si basi su presupposti certi, come le rilevazioni ufficiali dei prezzi”. Le alternative in sostanza sono due, secondo Palitta: “Da un lato lasciare che il prezzo venga determinato esclusivamente dal mercato, ma il mercato non è clemente. Dall’altra si può stabilire un prezzo a tavolino, sapendo però che nessuno poi lo rispetterà”.
Dall’incontro di giovedì prossimo Palitta si aspetta “un atto di seria volontà per trovare un accordo condiviso” e ricorda che sulla questione delle giacenze, che contribuiscono ad abbassare ulteriormente il prezzo pagato agli allevatori, si potrebbe accelerare l’uscita dei bandi finanziati da fondi europei per gli indigenti e puntare sul progetto del Consorzio, in campo con il Banco di Sardegna, per ritirare altri 20mila quintali di prodotto dal mercato.
A intervenire sulla questione anche Coldiretti Sardegna: “Quello di giovedì è l’ultimo tentativo per trovare un accordo sul prezzo del latte e le strategia da mettere in campo per contrastare la grave crisi che attanaglia il settore, siamo già fuori tempo massimo, non possiamo continuare a palleggiare ma bisogna prendere una decisione, non sono ammessi ulteriori rinvii”, sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu.
“Responsabilmente – ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, vista la situazione, ci siamo messi a disposizione e pazientemente abbiamo ascoltato le ragioni di tutti, ma altrettanto chiediamo agli altri per trovare una soluzione condivisa che preveda innanzitutto e soprattutto una remunerazione del latte dignitosa per i pastori e dunque superiore rispetto ai ridicoli prezzi che si stanno attuando in questo momento”.
“Ci sono ancora le condizioni per trovare una soluzione, ma se cosi non fosse – scandisce Cualbu – sarebbe per noi inutile continuare a partecipare ai tavoli e saremo da giovedì stesso in mobilitazione e faremo emergere i responsabili del fallimento del tavolo”.
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Marzia Piga