Pecorino, i pastori scrivono al ministro: “Stop al Piano offerta del Consorzio”

I pastori sardi chiedono al ministero delle Politiche agricole di evitare che domani, 30 luglio venga approvato il nuovo piano di offerta del Pecorino romano, “perché certificherebbe il fallimento dell’impegno da noi profuso in questi mesi di lotta”. “Gli allevatori sono scesi in piazza per cambiare il sistema che non funziona proprio, hanno buttato il loro latte, si sono presi una marea di denunce e tutto questo sembra dimenticato da chi oggi vuole che tutto resti com’era o forse anche peggio – fanno sapere i portavoce del movimento spontaneo dei pastori della ‘guerra del latte’ del mese di febbraio, Gianuario Falchi e Nenneddu Sanna – la nostra lotta finirà solo quando saranno raggiunti gli obiettivi”.

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E ora sollecitano il ministro a farsi garante degli accordi sottoscritti. “Abbiamo appreso con grande rammarico che nonostante le nostre ripetute richieste di un confronto sui contenuti del Piano di Regolazione dell’offerta del Pecorino romano, a fine mese l’assemblea dei soci del Consorzio si riunirà per approvare il nuovo triennale”, dicono. “Indiscrezioni di stampa (Notiziario Chartabianca) fanno intendere che si sarebbe raggiunta una mediazione sul sistema di sanzioni per gli sforamenti: manifestiamo tutta la nostra indignazione per la situazione spiacevole nella quale ci troviamo”.

Ripercorrendo le fasi della vertenza dall’accordo sottoscritto a marzo per la griglia sul prezzo del latte, Falchi e Sanna ricordano di avere definito delle proposte integrative sulla bozza di Piano presentata dal presidente del Consorzio. “Ad oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro e anzi pare che si andrà all’approvazione del nuovo Piano, privo di correzioni di rilievo rispetto a quello su citato, senza che ci siano ulteriori tavoli dove poter approfondire discussioni preliminari come avevamo concordato nei vari tavoli”. “A meno di miracoli dell’ultima ora – concludono – non ci aspettiamo modifiche sostanziali a quanto già proposto che ci appare del tutto insufficiente a rilanciare il prezzo del latte nel prossimo triennio che ricordiamo non può stare al di sotto di 1 euro litro come affermato anche due settimane fa dal Ministro Centinaio in numerose interviste”

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