Pastori di nuovo sul piede di guerra: “Vicini agli indagati per le proteste”

I pastori sardi sono di nuovo sul piede di guerra. Non solo per il silenzio di due mesi sulla vertenza latte: a scatenare le ire del mondo delle campagne sono stati i provvedimenti del Tribunale di Sassari contro 14 pastori per gli assalti alle autocisterne di latte e in generale per lo sversamento di latte nelle strade di tutta la Sardegna.

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Dopo l’annuncio, ieri a Sardinia Post, di nuove mobilitazioni. Oggi sia Felice Floris, con il suo Movimento pastori sardi, sia il movimento spontaneo che ha nei tre allevatori Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna e Andrea Mulas i suoi portavoce, hanno esternato il proprio allarme per le conseguenze dei provvedimenti giudiziari. E la solidarietà nei confronti degli allevatori colpiti, “rei – sottolinea Floris – di aver manifestato il proprio disagio sociale nei confronti di una politica assente, di una burocrazia al limite della legalità e di un sistema produttivo che grazie alla sua forza di posizione, schiaccia i pastori imponendo prezzi stracciati sia per il valore del latte che per il valore degli agnelli”.

“Molti di noi sono stati denunciati in modo molto pesante – scrive, invece, Gianuario Falchi su Facebook -, addirittura con obbligo di dimora e per molti questa denuncia comporta molti rischi anche per gli spostamenti di lavoro”. Per questo l’allevatore ha lanciato un appello e un appuntamento per sabato prossimo, 18 maggio. Pastori, cittadini e avvocati che vogliono prestare la loro professionalità gratuitamente, sono invitati a Tramatza per tentare di aiutare i pastori colpiti dai provvedimenti giudiziari e dalle denunce. “Un appello a tutti quelli che hanno partecipato alle proteste per cambiare sia il prezzo del latte, sia tutto il sistema che doveva tutelarci e che invece ci ha portato a dover scendere in piazza e nelle strade a commettere il gesto estremo di buttare per terra il nostro latte – scrive Falchi -, tutti hanno avuto grande solidarietà con la nostra protesta e molti si sono offerti di aiutarci. Ora bisogna stare uniti e dimostrare che lo slogan ‘Io sto con i pastori’ non è solo una scritta”.

Felice Floris, sottolineando la solidarietà verso gli allevatori denunciati, ricorda le iniziative di protesta dello scorso mese di febbraio, che ha “scavalcato il mare e trovato anche fra i pastori toscani, laziali e siciliani piena solidarietà”. “In tutta questa situazione la politica ha cavalcato la questione non in maniera scientifica – sottolinea il leader del Mps -, ma cercando soluzioni al problema  solo all’interno di una ‘visione elettorale’. Oggi, quella politica attraverso la magistratura sta presentando il conto contro persone che la loro unica colpa è quella di essere pastori e di essere, grazie ai loro sacrifici, gli artefici dell’unico segmento industriale che in Sardegna funzione, l’industria agroalimentare”. Per Floris “i destinatari di quelle notifiche giudiziarie non dovevano essere i pastori ma tutti quelli che in cambio di qualche voto elettorale o di qualche notizia sensazionale hanno determinato ciò”.

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