Liste d’attesa lunghe, diritti sconosciuti: ecco cosa prevede la norma salva-visite

La norma in questione è il decreto legislativo 124, dell’aprile ’98. Lo si potrebbe chiamare il dl salva-visite. Funziona così: se le liste d’attesa negli ospedali pubblici sono troppo lunghe, ai pazienti viene comunque garantito il diritto di ottenere comunque la prestazione sanitaria specialistica, seguendo una precisa procedura. Solo che la norma non la conosce quasi nessuno, e le Asl hanno gioco facile per continuare a fare il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei cittadini. Un atteggiamento, questo, che vale in tutta Italia, Sardegna inclusa.

Il dl 124 venne approvato per normare il costo delle prestazioni sanitarie e il regime delle esenzioni, quando ancora c’era la lira. Il passaggio che riguarda i diritti dei cittadini è previsto al comma 13 dell’articolo 3. Recita: “Qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato, l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico dell’Asl (di appartenenza e dell’ambito in cui richiesta la prestazione), in misura uguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti”.

In buona sostanza: quando un’azienda sanitaria ha liste d’attesa troppo lunghe, si ha diritto ha ottenere la prestazione in regime di intramoenia. Ma il paziente paga solo il ticket, come sarebbe successo per una normale visita convenzionata. In questi casi è la Asl che paga al dottore stesso la differenza. Quanto ai tempi oltre i quali entra i quali entra in gioco il dl 124, la legge stabilisce che sia da considerarsi lunga una lista d’attesa che va oltre i trenta per una visita urgente, sessanta per un esame e 180 per una visita programmata (in quest’ultimo caso i giorni si ridurranno a 120 dal 1° genaio 2020). È il medico di base, di volta in volta, a stabilire il grado di necessità di una determinata prestazione.

Il tema è dibattuto su diversi siti dedicati alla Salute, ma il dl non ha ancora trovato applicazione anche per la resistenza degli stessi medici. Non fosse altro che le visite intramoenia sono diventate un business: agli ospedali, benché mettano a disposizione macchinari e materiale sanitario, resta molto poco, tanto da andare spesso in perdita. Quasi l’intero costo delle prestazioni finisce nelle tasche dei medici.

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