Latte, i pastori denunciano a Tramatza: “Chiuse le urne, i politici sono spariti”

“Il segnale di ieri della politica non ci è piaciuto: hanno smesso di risponderci al telefono”. A Tramatza, dove i pastori sardi si sono riuniti oggi per decidere la strategia comune sul prezzo del latte (nella foto), lo denuncia a Sardinia Post Gianuario Falchi, uno dei delegati nei tavoli istituzionali.

“Ci hanno martellato in campagna elettorale – prosegue – e adesso nulla”. Il riferimento dell’allevatore è al centrodestra. Lo si capisce dal passaggio successivo. “Se partono male, non è un buon segno per loro – continua -. Spero che non sbaglino”. Falchi dà anche un suggerimento sulla scelta del prossimo assessore regionale all’Agricoltura. “Noi diciamo che deve arrivare dal mondo delle campagne”, è la sottolineatura.

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A Tramatza i pastori hanno deciso di sospendere le proteste, per facilitare la trattativa. “Ma la trincea c’è sempre – sottolinea Falchi -. Le truppe sono ferme perché dobbiamo far riprendere le aziende. Questo non significa che siamo disposti a cambiare linea”. La retribuzione minima a 80 centesimi è la soglia sotto la quale i pastori non hanno alcuna intenzione di scendere. E anzi: come nella proposta del 20 febbraio scorso, l’obiettivo è arrivare a un euro ancora il costo del latte alle quotazioni del pecorino romano.

Alessandro Mulas, un altro delegato, precisa: “L’incontro di oggi serviva anche per capire le intenzioni degli altri allevatori. E tutti hanno espresso la volontà di continuare a lavorare sulle griglie con le quali fissare, una volta per tutte, il prezzo del latte”.

Non sono mancate polemiche contro le associazioni di categoria. “Ci sentiamo poco rappresentati ed è per questo ci siamo uniti. Non sono più accettabili accordi in cui non siano tutelati gli interessi dei pastori”. Tra le sedie della sala conferenze è circolata una raccolta firme con la quale i delegati hanno chiesto il pieno mandato per definire il prezzo del latte nei tavoli istituzionali.

Il ministro il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio ha affidato a un tweet la risposta ai pastori: “Adesso basta stupidate – ha scritto -. Stiamo lavorando tutti per dare una soluzione ottimale alla questione. Il 7 marzo si riunisce nuovamente il tavolo di lavoro con i punti concordati anche da loro”.

Mar. Pi.

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